Cronache siculopolitiche: l’ “Italia dell’odio” (e della noia perbenista) vista da Candido Munafò


Pubblicato il 10 Novembre 2019

Caro Marco,

sembra proprio che uno mali più acuti della nostra epoca sia l’assenza della memoria e non mi riferisco naturalmente a quella individuale che segue ad una malattia ma a quella collettiva che è altrettanto pericolosa al punto che provoca metastasi sociali e che era quasi conclamata cancellando lo studio dell’historia magister vitae nei corsi accademici e che avrebbe significato la legittimazione della smemoratezza nel mondo della cultura. Anzi il bisogno di eliminarla dalla scuola è dovuta al fatto che nessuno intende più applicarsi in questa materia che approfondisce chi siamo e da dove veniamo.

Tutto ciò ci serve per comprendere con il ragionamento critico eventi e momenti vissuti dagli avi e che in tal modo non si ripetano gli stessi tragici errori con quelle dure repliche che annichiliscono la vita del nostro povero mondo. In questa rimozione complessiva riscontriamo in questa ultima settimana alcuni sintomi preoccupanti e cosi per fare un esempio sconcerta la paranoia antisionista di insulti e minacce che prende a bersaglio quotidianamente la mite e anziana donna scampata ai forni degli orrendi anni in cui dominavano i teutonici adolfiani. La scampata allo stermino dei forni crematori è ben consapevole del dolore vissuto con un incancellabile passato e ha proposto a costoro di curarsi indicando anche una commissione che può prevenire il perpetuarsi di quest’odio pazzesco, di questa violenza verbale che si esprime soprattutto in modo virtuale anche se oggi è costretta ad essere protetta con scorta. Non possiamo che essere turbati nell’intimo della nostra coscienza per tali fatti e di deve ben riflettere come le tragedie della storia non giovano a fare rinsavire loschi e squallidi personaggi che si lasciano incantare da idolatrie nefaste, turpi e sanguinarie.

Poi ho appreso dello scandaloso assistente di una parlatrice che entrava liberamente nelle patrie galere a fare da trait d’union tra gli isolati padrini in gattabuia e le primule rosse in libertà che fuori dalle prigioni ricevevano pizzini da costui e in questo lavoro sarebbe stato sostenuto dall’amichevole appoggio dell’invisibile e imprendibile ancora latitante tale matteo che adora il danaro . Anzi questo signore ben accreditato si permetteva di insultare la memoria dei due nostri sicani che morirono sotto il fuoco stragista dei vili delinquenti e penso con tanto disgusto e amarezza anche a quanta gente la pensa come questo codardo sui due eroi uccisi che vengono impunemente vilipesi da turpi soggetti e si dimentica di sovente il grande servizio reso alla patria da due uomini di diritto che insieme a tanti altri hanno sacrificato la vita per affrancarci dal degradante sottosviluppo in cui è caduta irreversibilmente questa nostra nazione.

Ma poi tanto per cambiare come si fa a non parlare degli uomini di potere del regno che non si ricordano neanche quello che hanno dichiarato il giorno prima al punto che entrano sempre in contrasto o contraddizione con sé stessi facendo pessime figure perché affermano l’opposto di quel che dichiarano persino poche ore prima. I parlatori destri / sinistri /centristi non sono dissimili sotto questo profilo e si giustificano sempre additando ad esempio i loro mitici “leviatani” dell’epoche passate che peraltro indiscutibilmente ormai sono riportati nei libri come despoti truculenti e nonostante ciò lor signori si ispirano senza esitazione o dubbio alcuno per affermare la loro identità ideologica anche quando costoro hanno represso nel sangue ed eliminato senza pietà chi dissentiva o anche quando hanno depredato, impoverito e deportato costruendo campi di concentramento, di lavori forzati e opprimendo interi popoli senza libertà e senza benessere.

In questi giorni ricorre l’anniversario della caduta di quel muro che i dittatori dell’est vollero per segnare un confine invalicabile tra oriente e occidente. E anche oggi ci sono nel belpaese in tante accademie c’è chi fa finta che queste cose avvenute siano irrilevanti e che non siano mai esistite o che sono state persino una cosa buona o necessaria o che ,comunque, non sono state cosi gravi come quelle commesse dagli avversari. Mentre mi colpisce la notizia che ci si rivolge niente meno al mostro del circeo per fare una produzione cinematografica su un truce fatto di cronaca di tanti anni fa e ditemi se ciò non è un’umiliazione e offesa alla memoria delle ragazze uccise da menomati mentali degni di vivere nei bassifondi dell’umanità. Chi ha compiuto violenze e misfatti spesso non si pente mai anche quando ha espiato la pena e si pensa in tal modo che con il trascorrere del tempo si cancelli tutto e che l’oblio possa velare il passato.

Oggi forse come dicono i gretini ci stanno rubando il futuro ma mi permetto di dire ci viene sottratto anche il passato che era oggettivamente utile a costruire su solide fondamenta qualcosa di nuovo. Ormai viviamo l’era del nichilismo digitale che vive di piattaforme che centralizza dati, che tratta tutti come utenti e clienti, che conosce i nostri gusti e ne orienta le scelte come consumatori. Procediamo verso un sentiero tracciato senza prospettive certe in cui la tristezza domina il nostro vissuto oscuro e opaco in un sistema di bolle e di camere dell’eco.

La storia di chi è vissuto prima di noi non ci riguarda e non diamo più nessuna importanza alle nostre radici che sono invece la linfa su cui innestare la pianta che cresce. Giganteggia un torbido clima di risentimento e odio e non si riesce a sublimare in nessun modo tale intossicante aria che ahimè(ahinoi) i regnanti con tanta rozzezza alimentano in modo irresponsabile e vile per dare libero sfogo agli istinti più bassi.

Misera e marginale nel nostro mondo attuale è la figura dell’homo sapiens riflessivo e accorto che pensi prima di parlare. Un grande scrittore diceva a proposito: “Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.”

Ti abbraccio .Tuo Candido.


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