Cronache siculopolitiche: nuova missiva di Candido Munafò


Pubblicato il 16 Settembre 2018

Marco, inviarti queste missive è una terapia per la mia mente leggermente malandata.

Con la tua amicizia posso trovare sfogo ai miei maleodoranti miasmi che altrimenti dovrei interiorizzare mettendo a repentaglio la salute. Però provo tanto stupore e al tempo stesso attesa spasmodica per le vicende della nostra penisola che non riesce ad imboccare la strada giusta della rinascita. Ma ancor più sento pena per la nostra isola che è nelle mani di incantatori di serpenti inetti e inerti.

Fanno solo pura propaganda e declamano promesse ingannevoli! Come diceva il nostro vate, geniale profeta Ennio “… la situazione è grave ma non è seria…”. Temo seriamente che dalle nostre parti i mentecatti si espandano a dismisura nei posti di comando. Il povero grande scrittore russo Federico si rivolta nella tomba con il suo principe “idiota” ma infine solamente puro e ingenuo (che dici forse mi assomiglia?). Che doti miracolose che abbiamo poi noi cittadini dell’elefante che con l’ironia sempre pronta superiamo le avversità.

In ogni dove sappiamo ridere di noi stessi e degli altri “ ca sfuttuta” “ca tirata da sassa” c’è “u spassu” e con facezie, scherzi e sberleffi degni della miglior commedia comica ci proteggiamo anche dagli abusi del potere.

Ecco ci salva il fatto che sappiamo sdrammatizzare le tragedie e drammatizzare le farse. Quelli della trinacria occidentale direbbero che siamo bravi “tragediatori” al punto che siamo capaci di ridere e piangere delle nostre disgrazie passando con facilità dallo sconforto all’entusiasmo. Ci basta poco perché in fondo siamo generosi sino a quando non ci pestano i calli oppure non ci chiedono un aiuto concreto.

Marco, mi sento diverso da questo popolo e, quindi, non sono populista ma neanche elitario al limite leggermente etilista. Forse ho compreso sin troppo presto il motivo perché mio padre mi ha messo il nome di Candido. Infatti, mi comporto con il prossimo con gentilezza garbo cortesia educazione sorridendo con naturalezza e spontaneità così ho compreso a mie spese che è proprio vero che il nomen diventa omen.

L’altra volta ti dicevo che la lettura mi ha rovinato i nervi logorato il cervello corrotto l’anima. Incontro persone che mi dicono con sottile disprezzo “beato tu che hai tempo di leggere” oppure “ sei un topo di biblioteca”. Devo confidarti che a 15 anni mi piaceva di più l’odore dei libri che quello dei fiori.

Crescendo ancora oggi non ho compreso se sono un intellettuale organico che ha suonato suo malgrado i pifferi della rivoluzione oppure uno disorganico che invece è stato suonato abbondantemente dalla esistenza vissuta. Ma invece ho scritto assai poco per pura pigrizia afflitto dallo scirocco che indebolisce gli arti e che spinge sempre al riposo. Adesso temo seriamente che ai tuoi occhi posso apparire vanitoso narciso egoista egotista. Penso che come tutte le persone che si avviano all’età anziana adoro solo comunicare parlare conversare per un(a) (in)consapevole paura della solitudine. Questa settimana ti risparmio osservazioni approfondite poiché vivo con il fiato sospeso per sapere se il podestà pugliese riuscirà a non fare fallire la casa dell’elefante.

Si narra che c’è un regio decreto che viene presentato ogni anno e che potrebbe essere la via d’uscita.Così si può continuare a spandere e spendere senza che nessuno ficchi il naso nei conti del nostro popolo.

Marco, penso che più che un giornalista sei un grande investigatore e potresti dunque informarmi se a Roma ci sarà la carica dei 101? Se ci saranno soldi per chi non ha lavoro ? Se ci sarà la tassa piatta per tutti? Se sai dove sono andati a finire gli ultimi diciotti migranti ? Se il Capitano sarà incarcerato per reati contro l’umanità? Se sai se è rimasto qualche euro dei soldi che deteneva il senatur ? Se il giovane partenopeo conseguirà almeno una laurea triennale ? Sono domande che mi angustiano! Potrai rispondermi ma anche se non lo fai resti sempre un caro amico.

A presto. Candido


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