Cronache siculopolitiche: ritorna Candido Munafò


Pubblicato il 28 Ottobre 2018

Marco caro,

oggi desidero formulare con te una leggera digressione a metà strada tra il serio e il faceto sulla varia umanità che ci circonda e tratto il tema dell’homo erectus (maschio) che suddivido in tre grandi tipologie che sono le seguenti:i golden boy, i play boy e i latin lover.

Dal mio punto di vista naturale spontaneo immediato li distinguo in tal modo: il primo definisce la natura di un narciso che chiede conferme, il secondo il conquistatore seriale cinico indifferente, il terzo l’amante pesante prolisso romantico che in apparenza stordisce. Nell’età moderna sono cresciuti a dismisura facendo breccia nell’atavico consolidato manifestato vittimismo del genere femminile.

Cosi i vizi e le virtù si annacquano con la ricerca edonistica del piacere a tutti i costi come una sorta di mono ossessione nevrotica che produce legami liquidi precari provvisori. Le relazioni sembrano articolate ad un regolamento sado masochista di dipendenza affettiva convenienza controllo e non certamente al rispetto della dignità dell’identità della diversità. Assisto con amarezza non solo al già visto al già sentito ma al già narrato e così subentra una noia mortale che mi spinge a rifuggire da amicizie da amori o da semplici conoscenze. L’egocrazia egotismo egocentrismo dominano in tutti gli ambiti e con affanno cerco di non restare sommerso da questa marea montante.

Ancora oggi nonostante il mio vissuto incerto complesso travagliato non mi adatto facilmente all’esistente e mi indigno alle ingiustizie malversazioni abusi. A proposito di Travaglio hai notato che per tre parole scritte fuori posto anche se le cose raccontate erano (sono) veritiere il tuo collega che scrive dei fatti quotidiani è stato condannato.

Faccio bene a tirarti le orecchie e invitarti a stare in campana perché è ora che comprendi in via definitiva che la libertà di stampa è un bene prezioso e che significa mantenersi sul generico facendosi i “casi suoi” come ci ricordava quel famoso uomo razzo. Forse dovrei frequentare qualche “strizza cervelli” per capire le ragioni del mio essere inadeguato e disadattato così fragile e vulnerabile per leggermi dentro, magari facendomelo amico per evitare di pagare una parcella cospicua.

Marco, ho notato anche questa settimana che continuano ad arrivare proiettili in buste nei confronti di tutti coloro che per strana coincidenza si stanno occupando del noto industriale nisseno.

Allora in tale processo il regno della Trinacria si costituisce parte civile dimenticando di fare la delibera del regno (presentandola in ritardo) e rendendo vana nulla inutile la richiesta di risarcimento. Gli oboli ad personam (saranno veri?) sono atti di magnanimità che non si possono rifiutare e i cari giornalisti hanno sempre mostrato questo cattivo gusto di scoperchiare queste “storie semplici” direbbe il nostro comune maestro di Regalpietra.

Ho saputo anche che la Corte di Giustizia eurocentrica ha riconosciuto post mortem a “Binnu ‘u tratturi” un trattamento inumano non facendolo uscire dal carcere duro in modo che potesse curarsi. Cose grottesche che rafforzano in tal modo gli strali di antipatia del conte e dei due dioscuri verso l’ Unione d’Oltralpe con i suoi organi. Il grido prima i peninsulari poi gli altri è lancinante e rassicurante inebria le menti degli italioti. Adesso giungono fredde correnti autunnali dagli eurocentrici riuniti Oltralpe contro i suddetti baldanzosi regnanti e rischiamo di beccarci una brutta stagione algida con punizioni mercantili che rischiano di portare al salasso .

Ormai la tri(gli)a è fritta ed io non mi sento più tanto bene. Riguardati come sempre. Un caro abbraccio.

Candido.


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