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Cronache siculopolitiche: ritorna Candido Munafò
Pubblicato il 10 Marzo 2019
Carissimo,
in questa settimana i sinistri hanno consumato il rito ultradecennale affidando la guida del vascello malandato al fratello del famoso commissario di vigata a cui spetta il compito di farlo approdare in un porto sicuro dove non c’è il diniego del capitano. Un margine di leggera risalita è possibile anche per loro che sono rimasti in mezzo alle mareggiate litigiosi rissosi boriosi cosicché oggi si ritrovano senza bussola d’orientamento senza nessuna energia vitale senza sostanza ideale incagliati impalati incapaci di uscire dal trauma in cui sono caduti condizionati dal folto equipaggio composto in larga parte da personalità che hanno rimosso da lungo tempo la lezione morale dell’enricosardo.
Mentre il bulletto di Rignano continua ad esibirsi in battute più che altro da cabaret non sciogliendo il nodo delle sue reali intenzioni dopo che il suo fido scudiero ha lasciato il comando della truppa.
Nel frattempo, in sicania, costoro vengono decimati ancora oggi laddove alcuni amici del florentino si sarebbero offerti a titolo oneroso agli uomini di casanastra legati al matteo per denaro o elargendo i favori cosi da essere ricevuti alla corte di incappucciati. C’era una volta nella nostra terra sotto il vulcano il dominio delle tre B. (anco,one,etta) che si alleavano fronteggiavano contrastavano più che altro per spartirsi le poltrone oggi invece hanno ripiegato depressi compressi sconnessi in via definitiva in piccoli orticelli.
L’enigma che resterà comunque insolubile è quello di trovare le differenze tra i sinistri e i destri in quasi tutti i campi d’azione del vivere civile nella gestione delle comunità locali mentre ieri sono stati bocciati in quanto inconsistenti nella direzione del regno al punto che queste allegre compagnie coltiva(va)no i medesimi metodi le stesse ricette le soluzioni simili. Allora i sudditi si sono stancati da tempo affidandosi ai nuovi che quanto meno cercano di fare quello che promettono in mezzo a tutte le difficoltà di una nazione allo stremo delle forze senza quattrini da spendere dove gran parte del popolo esige nuovi diritti mentre respinge i vecchi doveri.
D’altronde, incombe persino il rebus con relativo scontro tra i guelfi gialli e i ghibellini verdi sulla realizzazione di un treno velocissimo che ci colleghi con i franchi per trasportare le merci perché quello che c’è dicono che sia affetto da obsolescenza programmata. Ora ricomincia il braccio di ferro con il partenopeo contrario a questa grande opera appare impertinente irruente furente mentre tutti gli altri sono d’accordo nel farla aprendo un versante di guerra( fredda o calda ?) con l’approssimarsi della primavera quando incombe la solita mannaia degli eurocrati impiccioni.
Sai come la penso a proposito del potere che corrompe nella terra del compromesso antistorico o poststorico dove nessuno è mai stato rivoluzionario ma piuttosto papalino ecumenico evangelico.
La nazione non cambia volto non finisce di stupirci non volta pagina quando poi i problemi si aggrovigliano prevale la propaganda assordante il parlare a vanvera lo sparare castronerie così i regnanti distraggono l’attenzione con le solite banalità.
In tal modo per il partenopeo c’ è sempre unprimaditutto da declamare per affermare di esistere mentre per il capitano c’è sempre unprimaditutto per adulare i nazionali con il suo solito modo astuto arguto ardito per rimuovere rinviare rinnegare gli ostacoli. Ho appreso divertito che un amico del capitano ha proposto niente meno con decreto regio che le trasmissioni radiofoniche mandino più canzoni della nostra lingua a discapito di quelle straniere per promuovere il nostro patriottico prodotto!
Pensa un po’,caro Marco, che genialità smalto lucidità questi padani che per fare cassa vorrebbero non solo chiudere i porti ai migranti ma riaprire persino le case chiuse per uomini e donne.
Di questi tempi si osserva al microscopio il titolo di studio di chi si occupa di cosa pubblica ma noi non siamo formalisti non è l’abito che fa il monaco semmai importa se costoro abbiano quel livello di preparazione cultura competenza per essere regnanti degni di esserlo non massacrando la storia il diritto la grammatica e chissà cos’altro ancora. Tuttavia, queste considerazioni fanno male a lor signori a noi interessa soprattutto che l’oligarchia elitè casta faccia bene il lavoro di dirigere la nazione. Spero di non averti annoiato manifestando la stessa ansia del nostro comune maestro: “Ho cercato di essere veloce, di essere leggero. Ma greve è il nostro tempo, assai greve.”
Tuo, Candido.
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