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Cronache “traballanti” catanesi, il caso della discoteca di via Gisira, il consigliere Niccolò Notarbartolo: “grave e infondato il rifiuto del comune di far partecipare i residenti al sopralluogo”
Pubblicato il 24 Marzo 2015
L’esponente del Pd invia una lettera al Segretario generale del Comune e al presidente della Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo. Abitanti beffati, nessuna soluzione vera, malgrado gli annunci
“Il rifiuto del Comune di Catania di far partecipare i residenti della zona di via Gisira al sopralluogo della Commissione Comunale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo nei locali della discoteca è un fatto grave, è totalmente falso che sia vietato dalla legge e nega un diritto sancito dall’Ordinamento italiano: quello della partecipazione al procedimento amministrativo da parte di portatori di interessi pubblici o privati, associazioni e comitati”.
Ad esprimere profondo “disappunto” nei confronti dell’amministrazione comunale di Catania sulla gestione della vicenda dei controlli alla discoteca di via Gisira è il consigliere comunale del Partito Democratico, Niccolò Notarbartolo, che in una lettera inviata al Segretario generale di Palazzo degli Elefanti e al presidente della Commissione Comunale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo chiede di consentire “ai residenti la partecipazione ai lavori e al contempo di essere portato a conoscenza dei lavori della Commissione per potervi prendere parte anche io”.
Nella lettera protocollata oggi (24 marzo) Notarbartolo, che è anche presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici, esordisce: “Vorrei rappresentarvi il mio disappunto nel leggere il comunicato stampa, redatto non si sa bene da chi, con cui il Comune di Catania ha risposto alla richiesta avanzata dal comitato dei residenti di via Gisira di poter assistere ai lavori della Commissione Comunale in merito ai controlli di sua competenza sull’adeguatezza tecnica dei locali della discoteca Supercinema Vittoria che, stante le ripetute denunce avanzate dai residenti e da me verificate, causano gravi problemi di disturbo alla quiete pubblica”.
“L’Agenzia Regionale per la protezione ambientale ha effettuato a novembre un controllo delle emissioni sonore, rilevando che le stesse superano di gran lunga il limite previsto dalla legge, risultanze che sono state inviate agli uffici comunali preposti senza che ciò, inspiegabilmente, fino ad oggi abbia causato alcun tipo di conseguenza” prosegue Notarbartolo. “A numerosi cittadini è parsa una beffa leggere di ‘soluzione vicina’ nel comunicato stampa del Comune, peraltro contenente dichiarazioni non riconducibili ad alcun soggetto istituzionale dell’Ente e redatto da soggetti estranei all’Ufficio stampa – scrive ancora il consigliere dei Democratici – In realtà, a parte le giustificazioni del gestore, non risulta esservi stata alcuna nuova rilevazione rispetto a quanto denunciato dall’Arpa che, ad oggi, ha fornito l’unico dato certo di grave superamento dei limiti consentiti dalla legge”. E’ evidente quindi che “il caso è ben lungi dall’essere risolto, a dispetto di quanto è stato trionfalmente annunciato dal comunicato diffuso”.
“Per questo appare, non solo a me, del tutto incomprensibile la ragione per la quale la richiesta di partecipazione dei residenti sia stata definita dall’Amministrazione ‘assolutamente infondata ed illegittima’ asserendo che ‘il DPR n. 311 del 28 maggio 2001 vieta assolutamente la presenza di estranei alla Commissione durante il sopralluogo’, affermazione semplicemente non vera”. “La richiesta dei residenti non era volta ad alterare la composizione della Commissione Comunale di Vigilanza ma alla sola possibilità di assistere ai lavori” scrive ancora Notarabartolo, secondo cui “il diniego viola palesemente norme tra le più significative per l’attività delle Pubbliche Amministrazioni, sulla trasparenza dell’azione amministrativa e la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche”. L’esponente del Pd cita a tal proposito gli articoli 7-13 della legge n. 241/1990 su “Partecipazione al procedimento amministrativo” e l’articolo 97 della Costituzione circa il “buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa”. “Dovrebbe essere pacificamente acquisito che l’Ordinamento italiano, fatte salve alcune eccezioni puntualmente individuate, sancisca addirittura la necessità della partecipazione al procedimento amministrativo dei soggetti portatori di interessi pubblici o privati, nonché dei portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, ai quali possa derivare un pregiudizio dal provvedimento finale” conclude Notarbartolo.
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