Cronache tragiche catanesi, dalla Fipet su piazza Castello Ursino: il danno, la beffa e la legge

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nota dalla federazione italiana pubblici esercizi e turismo:

“chiudere, chiudere, chiudere. È questo il motto che trionfa a Catania. Chiudere il lungomare, chiudere piazza Castello Ursino, mobilità sostenibile, biciclette. Le richieste delle associazioni sembrano essere prese molto a cuore dagli assessori della città.

Infatti solo ieri giorno 4/11/2015 una associazione cittadina dal nome “Gammazita“ diceva : micro-pedonalizzazioni non risolvono niente e rivendicava la chiusura totale della zona. Ed ecco che prontamente l’assessore alla mobilità  Rosario D’agata ed il presidente della relativa commissione  Carmelo Sofia intervengono per denunciare caos, parcheggiatori abusivi e che le decisioni che hanno adottato sono state Frutto di una “attenta valutazione”.

La Fipet – federazione italiana pubblici esercizi e turismo- attraverso il Presidente  Roberto Tudisco e il Vicepresidente Elena Malafarina,  chiede di conoscere su quali dati ed elementi si basino tali valutazioni e come la chiusura di un pezzo di strada possa improvvisamente eliminare la piaga di tali fenomeni. Infatti ci chiediamo: ma per contrastare i parcheggiatori abusivi non basterebbe far presidiare la zona dalle forze dell’ordine? Non basterebbero le multe ed i relativi ed adeguati controlli? Chissà se anche nelle altre città europee ed italiane combattono i parcheggiatori abusivi nello stesso modo.

E cosa dire inoltre della valorizzazione del territorio…. Spesso i commercianti sono stati accusati di degradare il territorio con i tavoli le sedie ed i gazebo eppure nessuna voce si alza per denunciare le “ installazioni artistiche” di bancali, pneumatici, sdraio, tavolini ecc e che nessuno si preoccupi: questa associazione non paga la Tosap, né l’ultimo cadeaux dell’amministrazione comunale della spazzatura sul suolo pubblico. D’altronde si sa fare arte è un mestiere duro.

I commercianti catanesi sono  danneggiati da queste politiche di chiusura e da questi piani viari non concertati con nessuno. E consentiteci anche beffati: perché scoprire che il comune avalla la richiesta di questi soggetti senza nemmeno controllare se sono in regola con le autorizzazioni e licenze varie appare quanto meno offensivo. Il commerciante è chiamato ad avere le licenze, le autorizzazioni e tutto ciò che è necessario secondo la legge e nel caso di irregolarità  sanzionato , qui invece siamo al paradosso : una associazione che sulla base delle stesse ordinanze comunali non può avere il suolo pubblico occupa una intera piazza con elementi di arredo senza pagare nulla e sena che nessuna istituzione intervenga ma anzi con gran zelo se si tratta di far fronte alle loro richieste.

Ci piacerebbe davvero che le istituzioni  iniziassero un vero dialogo per  poter essere in grado di essere ascoltati e di spiegare le nostre ragioni come sindacato e come esercenti perché la voce dei commercianti deve avere un peso in questa città affamata di lavoro e di riscatto sociale perché le associazioni di categoria hanno diritto di essere ascoltate e di vedere riconosciuta la loro dignità.

 Ma il  paradosso si sa è una arte. E la legge signori è arte anche quella, soprattutto a Catania.”

 

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Redazione Iene Siciliane

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