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Cronache tragiche catanesi, l’Ascom Confcommercio “fulmina” l’amministrazione Bianco: “cronaca di un pesante fallimento”. Replica con “stile”(inconfondibile): “una parte dei commercianti voleva un assessorato”. Controreplica: “gettate fango”
Pubblicato il 15 Maggio 2015
Ecco, fra ieri e oggi, la “disfida” in tre parti:
“ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI Catania
CONFCOMEMRCIO
LETTERA APERTA AL SINDACO DI CATANIA
On. Avv. ENZO BIANCO
Sono quasi due anni che questa Sua Amministrazione governa la Città di Catania e, purtroppo, le cose continuano ad andare sempre peggio. Senza giri di parole Le dobbiamo rassegnare la nostra assoluta delusione per questi primi due anni di amministrazione. Ci saremmo aspettati ben altro ed invece registriamo la cronaca di un pesante fallimento. Eppure, due anni fa, sembrò a tutti che con la Sua Giunta avremmo potuto rivivere quei momenti di entusiasmo e di speranza che con grande sapienza, ormai vent’anni fa, aveva saputo instillare in noi catanesi.
Invece niente: è mancato il confronto, avete fatto confusione, non siete riusciti a risolvere alcun problema, avete creato guai in materia di viabilità sbagliando tutto ciò che era umanamente possibile sbagliare. Basta fare un rapido giro per percepire un profondo e diffuso senso di scoraggiamento soprattutto in quei concittadini imprenditori che ancora e pervicacemente continuano a tenere in piedi le proprie aziende pur sapendo che, almeno nell’immediato, le cose non potranno che peggiorare.
Non si può governare una città piena di gravissimi problemi, come la nostra, in maniera così approssimativa: solo alcuni esempi sono il regolamento dei dehors (su 18 articoli voi stessi avete presentato 13 emendamenti di modifica ai quali si sono aggiunti 130 emendamenti dei consiglieri comunali, con l’effetto che il provvedimento è stato ritirato), la recente bocciatura da parte del CGA del protocollo d’intesa in materia di impianti pubblicitari, le norme sul commercio inserite nella variante del centro storico (che forse verranno modificate solo dopo una nostra presa di posizione pubblica), la questione degli addetti stampa, la tassa sui rifiuti per la quale aspettiamo da 15 mesi di essere convocati, un bilancio comunale che passa solo grazie alla presenza in aula dei consiglieri di minoranza, le prese di posizione della Corte dei conti sul bilancio 2013 (che riguarda anche la sua amministrazione). Non sì è mai parlato di un piano commerciale della Città, così come del piano regolatore del porto o di quello della Città: così, ogni tanto, si vede spuntare qualche palazzo in posti che ci lasciano perplessi, mentre resta irrisolta la questione dei parcheggi sebbene sia acclarato il deficit rispetto agli standard urbanistici previsti per norma (per non dire rispetto al bacino d’utenza extracomunale). Dei parcheggi interrati non si ha notizia mentre un funzionario, sebbene sospeso per ben tre volte, resta al suo posto. La nostra è una città gravemente ammalata: lo dimostra la classifica 2014 sulla qualità della vita che ci vede perdere 9 posti, ponendo Catania tra le ultime 10 città.
Due anni fa, egregio sig. Sindaco, Lei e la sua giunta vi siete presentati imponendo, senza ulteriori verifiche, l’abbattimento del ponte sul nodo Gioieni senza prima predisporre delle alternative funzionali cosicché ora scopriamo che non si fa un torna indietro annunciato, che per condizioni orografiche non si apre una bretelle di pochi metri: avrebbe potuto consultare i tecnici del dipartimento di ingegneria dell’Università di Catania che, pubblicamente, hanno dichiarato sicuro il ponte anche in caso di evento sismico (veda la rassegna stampa proprio di due anni fa). Questo è stato solo l’inizio. Nella vicenda di corso delle province – via D’Annunzio siete stati irrispettosi delle categorie commerciali e delle richieste avanzate dalla III Circoscrizione e dalle commissioni consiliari viabilità e commercio.
State facendo di tutto per allontanare i flussi commerciali importanti dal centro storico e state completando l’opera rendendo impossibile la vita e lo sviluppo delle imprese regolari, che pagano le tasse e rispettano le norme.
L’Amministrazione ha finora coperto le sue palesi incapacità con un metodo assai antico: panem et circenses, gettando fumo negli occhi con operazioni spot ma senza avere una visione complessiva dei contenuti della Città.
Unica nota positiva è il Consiglio Comunale: stanno dimostrando, tutti, voglia di fare, predisposizione al confronto critico, coinvolgimento. Con le commissioni consiliari viabilità e commercio abbiamo prodotto alcuni atti importanti. Con loro ma non con la giunta da Ella presieduta.
Associazione Commercianti Catania – Confcommercio
Il Consiglio Direttivo”.
Dall’ufficio stampa del comune:
“+++ RIPETIZIONE CORRETTA +++ Amministrazione risponde ad alcuni esponenti Confcommercio Catania
In una nota si parla di “atteggiamento pregiuzialmente ostile da parte di alcuni esponenti dei commercianti, compreso qualche funzionario, forse delusi per non aver ottenuto l’assessorato richiesto in campagna elettorale per uno di loro. E che si tratti di una ristretta parte della categoria lo dimostra il fatto che il presidente regionale e quello provinciale di Confcommercio hanno chiamato il Sindaco per prendere le distanze da certe prese di posizione contenute nella lettera”
L’Amministrazione comunale di Catania ha risposto con una nota alla cosiddetta “Lettera aperta” firmata dal Consiglio direttivo della Confcommercio della città di Catania, presieduta da Giovanni Saguto.
“Dobbiamo purtroppo constatare – si legge nella nota – come la lettera evidenzi in maniera drammatica i problemi di incomunicabilità di una ristretta parte di commercianti che si sta rivelando impreparata ad affrontare con le armi della flessibilità, della disponibilità e dell’innovazione le sfide che il mercato e la crisi impongono ormai all’intera società. E che si tratti di una ristretta parte della categoria lo dimostra il fatto che il presidente regionale e quello provinciale di Confcommercio hanno chiamato il Sindaco per prendere le distanze da certe prese di posizione contenute nella lettera. Da due anni registriamo, purtroppo, un atteggiamento pregiuzialmente ostile da parte di alcuni esponenti dei commercianti, compreso qualche funzionario, forse delusi per non aver ottenuto l’assessorato richiesto in campagna elettorale per uno di loro. Probabilmente da questo nasce il livore di personaggi sempre pronti a stringere accordi per poi rinnegarli, sempre pronti a invocare il confronto per poi pretendere che, calpestando ogni regola della democrazia partecipativa, le imposizioni di qualcuno diventassero legge. Sempre pronti a scrivere fiumi di parole, come in questa lunghissima ‘lettera aperta’, riguardanti soltanto in minima parte i problemi dei commercianti perché si tratta di comunicati stampa di un partito-ombra di opposizione che tradisce dunque la funzione di occuparsi dei problemi della categoria. In una parola, inaffidabili”.
“Da questo atteggiamento da oppositori politici – continua la nota – è derivato un atteggiamento di grande rissosità che in qualche caso ha persino indirettamente causato, creando un esasperato clima di scontro, problemi di ordine pubblico, come in occasione dell’aggressione di un ciclista ‘reo’ di aver portato musica in una manifestazione, il Lungomare liberato, sgradita alla frangia più oltranzista – per fortuna una sparuta minoranza – dei commercianti. Peraltro, proprio il Lungomare liberato, così come il Castello Ursino liberato, hanno visto crescere progressivamente i consensi degli autentici imprenditori del commercio, degli esercenti che hanno, come dimostrano dai fatti, incrementato i loro affari. Gli stessi che apprezzano e notano con favore come la città sia piena di turisti, le navi da crociera siano ritornate ad attraccare numerose e la reputazione di Catania continui a crescere visibilmente”.
“Eppure – prosegue la nota – questi esponenti e funzionari hanno continuato, parlando spesso a nome di chi non la pensava affatto come loro, a reiterare sempre i medesimi concetti adottando la tattica del disco rotto, con la speranza che, continuando a ripetere cose non vere, dilungandosi con articoli infiniti per conquistare maggiore spazio sui giornali, i cittadini finissero ugualmente per crederci. Per fortuna questo non è mai avvenuto. E i cittadini, anzi, hanno alla fine compreso cosa ci fosse dietro tutto questo livore di certi personaggi”
“Se dunque questi commercianti e funzionari – conclude la nota – vogliono continuare a comportarsi da politici, facciano pure. Ma sappiano che, da questo momento, non rappresentano più una categoria ma un piccolo partito, e che dovranno sottoporsi dunque alle regole della politica”.”
Controreplica dell’Ascom:
“sbagliano il Sindaco ed il suo staff a pensare che gettando fango e facendo confusione possano nascondere la verità sulla inadeguatezza dell’azione amministrativa. Noi parliamo di cose concrete loro di aria fritta. Vero è, e forse dovremmo pentircene, che abbiamo sostenuto la candidatura del Sindaco Bianco ma altrettanto vero è che lo abbiamo fatto solo con lo spirito di toglierci da dosso il peso di un passato che ci aveva visti, unici a Catania, in scontro aperto con la precedente amministrazione: ciò a dimostrazione che non guardiamo in faccia nessuno, siano di destra, come allora, o di sinistra, come ora.
Allora, però, avevamo la stima del sen. Bianco. Lo abbiamo sostenuto con la speranza che si potesse invertire rotta in fretta. E’ stata, sin’ora, un’illusione. Siamo liberi, non siamo stati e non siamo in cerca di poltrone, abbiamo un mestiere che ci impegna, contrariamente a molti politici e porta borse che parlano a sproposito per giunta. La nostra presa di posizione non è quella di un singolo ma di un direttivo, quello dell’Associazione Commercianti di Catania, organizzazione di Confcommercio, che conta 11 componenti (più di quelli della Giunta Comunale) eletti da altri imprenditori, rappresentando, tra l’altro, diverse categorie merceologiche e le diverse aree del territorio comunale. Se la matematica non è un’opinione, fatte le proporzioni, siamo più rappresentativi del Sindaco. Noi parliamo di cose non fatte e di cose fatte male. Su queste, ovviamente, nessuna risposta. Loro parlano di democrazia noi dell’esercizio della democrazia, su cui varrebbe la pena che la giunta Bianco riflettesse un po’. Noi parliamo di un piano commerciale complessivo della Città su cui non c’è stato un solo incontro. Non siamo stati ostili dal primo momento.
Nell’autunno del 2013 abbiamo pubblicamente apprezzato, e lo ribadiamo, la scelta di sospendere il progetto Europa – Rotolo, chiedendo, tra l’altro che si aprisse un dibattito che, ovviamente, non c’è stato. Noi abbiamo onestà intellettuale a sufficienza. Se le questioni che abbiamo posto, PRG – Piano del Porto – Piano Commerciale – Piano dei Parcheggi – Piano Viabilità – hanno avuto l’avvio di un confronto noi chiediamo scusa per i toni forti o per aver parlato a sproposito. Ma se non hanno avuto neanche l’avvio di un confronto, non interessandoci le loro scuse per il tentativo meschino di gettarci fango, chiediamo semplicemente che si avvii il dibattito politico-tecnico, partendo da una visione di Città che tenga conto di tutte le sue componenti, di tutti i suoi contenuti, senza retorica e demagogia. Noi parliamo di cose concrete, come, in ultimo, sulla variante del centro storico: a mezzo stampa le nostre proposte sono state bocciate, poi, per effetto di una nostra presa di posizione pubblica, siamo stati incontrati e si è dovuto riconoscere che non erano campate in aria le criticità elaborate dall’associazione commercianti di Catania. Non siamo contro nessuno, siamo per Catania e le imprese che rappresentiamo, che sono tante e che costituiscono uno dei contenuti principali della Città.
Ma non guardiamo in faccia nessuno perché vogliamo continuare ad avere la certezza di poter guardare in faccia i nostri colleghi senza vergognarci, non vogliamo peccare di omissione o, peggio ancora, di complicità con chi pare non abbia a cuore le sorti del terziario di mercato. E se questo per l’amministrazione significa essere di retroguardia resta solo un loro problema. Se si parla di cose concrete noi ci saremo.”
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