di marco pitrella (per eventuale querela si prega celerità, la direzione)
“Porto aperto alla città” è l’ultimo dei leitmotiv sulla metamorfosi portuale resa dalle tante cerimonie ormai pacchiana.
In principio, infatti, fu il “porto liberato” che immortalava il “primo cittadino” a sollevare la sbarra dell’ingresso.
Poi l’altra trovata; la parata per l’abbattimento del muro di cinta.
Infine, l’epilogo: è divenuto “aperto” il porto che prima – come già detto – era stato “liberato”.
E, quindi, del sindaco che dell’apparire ne ha fatto un vanto l’errore va sottolineato: aperto, libero & felice Enzo, ha tagliato il nastro che, idealmente, apriva il porto ai catanesi; ma l’ha fatto dall’interno, in senso contrario allo scopo e persino alla logica (ved. foto).
“Catania riabbraccia il suo mare”, ha dichiarato il sindaco. Peccato che “Egli” nel momento clou, il taglio del nastro, appunto, proprio al mare abbia voltato le spalle.
Con Bianco in quella posa, dunque, più che il porto sembra sia la città ad esser stata “aperta”. Anche se, in effetti, andrebbe “liberata”… da Bianco stesso, però.
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