Tutto già visto? O no?
di iena al “Servizio della Reazione” Marco Benanti
Malgrado tutto, ancora qualche speranza per Catania c’è. La rappresentano le facce pulite degli studenti delle scuole superiori: ieri, al corteo contro la mafia al comune e per le dimissioni dell’amministrazione Bianco, erano tante. Queste facce sono speranza, luce, pulizia. Spazzano via, per un attimo, gli sguardi e i comportamenti “da vecchi” di “giovani” che vivono sulla rassegnazione, sullo slogan -da non ripetere in pubblico- “tanto cambierà mai niente”. Insomma, sul “professionismo dei cazzi propri”, magari mascherato da “impegno civile”.
I “vecchi” si sono fatti sentire subito: con le loro polemiche di rito, con i loro post prevedibili, quasi scontati come i comportamenti di una donna, con le loro “memorie”. E naturalmente, col “ditino” per dire, insomma, come si fa e come non si fa. Un film dell’autoreferenzialità visto un milione di volte.
Di sabato sera, resta la sensazione che le “finestre” in questa città si stanno “aprendo”. Il “vecchiume”, che ancora c’è ma sente ora il “fiato” dei non rassegnati, resta dietro, con le proprie appartenenze rassicuranti (una copertura sociale, uno stipendio, altro magari…), con le proprie certezze piccolo borghesi.
Poi, ci sono le facce pulite: quelle che rischiano, ma alla fine, fanno bene a farlo. Perché altrimenti Catania “ti uccide”.
Ti “uccide” questa pantomima della contrapposizione centrodestra- centrosinistra, tenuta in vita dai marpioni che sanno che una volta “conosciuto il gioco” resterebbe poco per giustificare il nulla quotidiano, gli affari sottobanco, le complicità diffuse e radicate di una città piccolo borghese e sottoproletaria.
Catania “ti uccide” perché la “famosa destra”, evocata dai disonesti del centrosinistra e in taluni casi di sinistra o simil tale, non si sente, non la vedi: non vedi vera opposizione da parte di questo “spettro” per gonzi. Non c’è stata mai. La consociazione, invece, quella sì: quella è la sostanza politica di una città affossata da nuovi e vecchi centri d’affari. E quanto a cultura di destra, il centrosinistra al Potere ne esprime a tonnellate ogni giorno.
Sabato sera, non ci sono state soltanto i soggetti organizzati a dare vita al corteo, c’è stata una parte di città che vive da “esuli in patria”. E da anni e anni. Non c’era, invece, la Cgil, non c’era il Pd (a parte, la fugace apparizione di qualche volto). Loro hanno scelto. E da molto tempo. Resta da vedere, alla fine della storia, quale senso avrà questa scelta politica.
L’amministrazione Bianco è nata, del resto, su questa grande ambiguità: tanti interessi messi insieme, i più disparati. Per vincere. Punto. Affidandosi al vecchio strumento di governo del trasformismo all’italiana. Un mix micidiale. Chi sa di politica, tre anni fa, aveva perfettamente capito: chi della città che sa e mostra oggi “stupore” per il disastro quotidiano è in malafede.
E il modello di città? E il cambiamento, a partire dall’immensa periferia desolante che ha “invaso” ormai anche il centro storico in tanti aspetti desolato?
Quando il mandato di questa amministrazione scadrà, chi l’ha appoggiata non potrà dire: “io non c’ero”. Ognuno si assuma la propria responsabilità. La speranza, in ogni caso, sono quelle facce giovani. Pulite. E non rassegnate.
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