di iena al “Servizio della Reazione” Marco Benanti
guardate link sotto
http://www.lentepubblica.it/social-allerte-meteo-catania/
C’era una volta Enzo Bianco, il sindaco che della Comunicazione faceva il suo fiore all’occhiello. C’era una volta, tanti anni fa. Appunto. Perché, ora nell’anno 2015, l’Amministrazione Bianchista è un disastro anche in questo; anzi peggio, è un esempio negativo per tutta l’Italia, come mostra il pezzo pubblicato da un sito nazionale di pubblica amministrazione.
http://www.lentepubblica.it/social-allerte-meteo-catania/
E’ noto che il sessantacinquenne Enzo Bianco anche nella Comunicazione è rimasto a quindici fa, quando bastava inondare giornali e le tv di comunicati stampa per fare sembrare quello che in effetti non esisteva. All’epoca non c’erano i social media, il monopolista Ciancio sembrava invincibile e l’asse non aveva crepe. E fu(finta) primavera. Ma ora è inverno pieno: anche adesso Bianco è l’Uomo delle comunicazione, ma in negativo, circondato com’è da varia umanità legata ad uno nuovo stipendio e da una visione della Comunicazione da anni Novanta, in un Comune(lo denunciamo da due anni e mezzo) dove continuano le malefatte di un Ufficio stampa abusivo e portatore insano di illegalità. Tutti sanno, ma nessuno interviene. Che tristezza, assistere alla parabola discendente di un uomo piccolo di statura che fu persino immaginato grande.
Ora grazie al digitale il sipario si è alzato e si vede il buio del dileggio nazionale di chi, per supponenza, ha persino creduto potesse fare a meno di adeguarsi al mondo cambiato. C’era una volta Catania, ricca di lustrini e trampolino di lancio per sindaci in carriera. Ora c’è un triste presente di diffusa illegalità, una città stritolata dall’abisso dell’immoralità dei cambia casacca di professione, dei trasformismi di questo penoso e tragicomico sinistra-centro-destra che affoga nell’indifferenza di una città che muore, lentamente. Con un comune che ha un Miliardo di euro di debiti. E non c’è uno straccio di intellettuale, magari “della domenica”, che faccia il suo dovere, che dica, come fanno i “pazzi”, la verità.
Cari sinistri che una volta eravate così loquaci, associazioni sedicenti libere, società civile, sindacalisti continuate a stare zitti, mi raccomando, al massimo dedicatevi a tutto tranne che a Catania:altrimenti magari sarebbero brutte occhiatacce se il manovratore, chiuso nel “bunker che brucia”, dovesse sentirsi disturbato. E voi cortigiani in poltrona, assessori sudditi e silenti, giornalisti abusivi e questuanti vari in attesa di sistemazione, continuate a omaggiare un passato che non c’è più, adulate il vostro Capo, venerate il vostro “Dio-Nulla”.
Tanto siamo a Nanilandia, Catania non c’è più.
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