L’Ordinanza di dicembre (qui l’ordinanza) motivava il divieto in quanto: “negli ultimi anni è sempre più diffusa la consuetudine di festeggiare la notte di Capodanno ed altre festività con il lancio di petardi, botti e artifici pirotecnici di vario genere; tale pratica, anche a causa del volume di forza esplodente che viene liberata dalla contemporaneità degli scoppi, rischia di procurare danni o lesioni alle persone, anche gravi e gravissimi, provocati dall’uso improprio o dal malfunzionamento di detti ordigni, oltre ad effetti traumatici agli animali d’affezione, a causa del panico da rumore e da questi alle persone che li circondano;”
L’Ordinanza, come si poteva ampiamente immaginare, è stata in larga parte disattesa e Catania è stata tristemente la città d’Italia in cui si è registrato il maggior numero di feriti causati dai botti.
Nessuno immaginava che una pratica così diffusa si sarebbe potuta eliminare con la semplice redazione di un’ordinanza o solo con strumenti coercitivi, così anche il Sindaco, attraverso un appello ai cittadini ha richiamato il “senso civico” prima ancora del rispetto della norma.
Infatti l’ordinanza ha il valore, innanzi tutto, di modificare l’orientamento delle Istituzioni nei confronti dei botti e avviare con forte legittimazione una campagna di educazione che nel tempo modifichi i comportamenti nocivi della cittadinanza.
Primo gesto concreto delle Istituzioni, come richiesto da tutte le associazioni schierate contro lo sparo di botti, doveva essere quello di non farsi più promotrici e revocare ogni autorizzazione allo sparo. Qui l’appello di Catania Bene Comune.
Ma il Comune di Catania, a nemmeno 24 ore dalla scadenza dell’Ordinanza, decide di autorizzare lo sparo di fuochi d’artificio per tutte le domeniche di gennaio da villa Pacini, “10-17-24-31 gennaio 2016 dalle ore 11,30 alle ore 12,30 circa, in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata”. Qui l’autorizzazione.
Un’autorizzazione incomprensibile non solo perché annulla qualsiasi effetto positivo dell’Ordinanza, non solo rende ipocrita e priva di credibilità l’Istituzione comunale ma anche perché autorizza lo sparo dei botti in pieno giorno, in momenti delle celebrazioni agatine non certo famosi per l’accensione di fuochi d’artificio.
Chiediamo all’Amministrazione di revocare immediatamente tale autorizzazione, di rendere immediatamente pubblici i costi dei fuochi d’artificio previsti per le festività agatine e di impegnarsi, per i momenti della festa di Sant’Agata tradizionalmente noti per i fuochi d’artificio, a realizzare spettacoli pirotecnici senza botti, come avviene in tante altre città, in modo da ridurre enormemente gli effetti nocivi e i pericoli.
Catania Bene Comune
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