Iniziativa all’indomani della clamorosa requisitoria a Palermo. Un invito preciso dagli organismi della stampa : “la Procura persegua gli amministratori che non applicano la legge sugli uffici stampa”. Ma sono proprio loro? Contro le toghe? Una vera notizia!Di Iena Giudiziaria, Marco Benanti
“Le parole che sarebbero state pronunciate dal pm Maurizio Agnello durante la requisitoria di un processo che vede alla sbarra due politici, per un presunto caso di estorsione ai danni di una giornalista, sono inaccettabili, generiche e offensive”. Così l’Ordine dei giornalisti di Sicilia e l’Associazione siciliana della stampa commentano la notizia diffusa da organi di informazione sul procedimento ai politici Filippo Drago e Fabio Mancuso, per i quali è stata chiesta l’assoluzione; nel contempo, il Pm ha chiesto al tribunale di valutare l’ipotesi di trasmissione atti alla Procura per presunta falsa testimonianza contro la giornalista ed una sua amica.
Insomma, potrebbe accadere che non solo vengano assolti i due politici, ma che la collega Elena Giordano rischi un processo lei stessa! I pm Agnello, fra l’altro, ha detto che “é normale in questa regione dove un terzo dei deputati è inquisito o imputato, sperperare denaro pubblico, assumendo giornalisti raccomandati”.
Parole che vengono respinte. L’Ordine dei giornalisti e Assostampa ritengono, infatti, che “non sia permesso ad alcuno esprimere giudizi sommari e superficiali”. “La Procura di Palermo, di cui il pm Agnello fa parte – si legge in una nota congiunta – farebbe meglio a perseguire tutti gli amministratori che, con ostinata protervia, non applicano la legge 150, che dal 2000 impone agli Enti locali di dotarsi di uffici stampa e di giornalisti selezionati tramite concorso e a imporre l’applicazione di tutte le altre normative nazionali e regionali in materia, troppo spesso disattese nella totale indifferenza di chi dovrebbe far rispettare la legge. Le normative in materia – conclude il comunicato di Ordine dei giornalisti e Assostampa siciliana – hanno infatti anche il non trascurabile compito di impedire ogni sorta di abuso, sia ai danni dei cittadini sia ai danni di una categoria professionale che, tra mille difficoltà e in un contesto sociale ed economico sempre più complesso, svolge il compito di informare”.
Che dire? Che ogni tanto -ma forse ci vuole il “clamore” di un processo- da Ordine e sindacato arrivano interventi decisi a difesa dei giornalisti. Niente male: magari accadesse sempre, anche e soprattutto sull’operato delle Procure.
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