È necessario costituire un osservatorio conoscitivo e di monitoraggio sulla Pubblica Amministrazione e segnatamente sulle Istituzioni Scolastiche?
Teniamo conto che l’anno scolastico 2023/24 non si sta avviando nel migliore dei modi, con cattedre scoperte, docenti di sostegno assenti, edilizia scolastica nelle solite condizioni.
Il MIM, l’USR e la Regione Siciliana pensano, per il prossimo triennio, di tagliare almeno cento dirigenze. Ciò significa che in un frangente in cui, soprattutto nelle grandi aree metropolitane meridionali, aumentano la dispersione scolastica e l’insuccesso formativo e dilagano gli episodi di criminalità minorile, si va a tagliare ulteriormente la presenza del presidio dello Stato.
Ciò potrebbe trasformarsi in un regalo alle mafie per il reclutamento di giovani in difficoltà da avviare alla delinquenza, mentre le misure di contrasto del governo appaiono come gride manzoniane, roboanti e inefficaci.
In questo drammatico contesto, che cosa accade in particolare nelle scuole catanesi e siciliane? A noi come sindacato di base risulta difficile conoscere i numeri reali dell’insuccesso formativo, delle bocciature e delle ripetenze. In alcune scuole si pensa addirittura di non far iscrivere più nello stesso istituto chi è stato bocciato per due volte, favorendo così la dispersione.
Le scuole, malgrado il lavoro del sindacato di base, si ritrovano ancora con le classi pollaio, con problemi di salubrità e sicurezza nei luoghi di lavoro, cattedre scoperte, cattedre che appaiono e scompaiono a seconda dei desideri delle amministrazioni periferiche e con situazioni limite per quanto riguarda il sostegno, dove spesso due disabili gravi (L. 104/92 art. 3 comma 3) vengono ristretti in spazi angusti con anche 28/30 alunni.
A tutto ciò si aggiunga che il contratto firmato dai sindacati concertativi, peraltro rinviato sine die nella sua applicazione, non produce nessun miglioramento economico e prosegue sulla strada dell’imbarbarimento giuridico.
Inoltre, si ha la netta percezione che attraverso i percorsi di digitalizzazione delle scuole previsti dal PNRR (per i quali mancano a tutt’oggi i decreti attuativi), si voglia, da parte dei grandi gruppi hi tech, sostituire in un futuro a medio termine insegnanti liberi e consapevoli con addestratori informatici che nei fatti diventano soggetti di mera trasmissione di dati, finalizzati esclusivamente alle esigenze di mercato e giammai all’esercizio del sapere critico.
Partendo da questo drammatico quadro reale, la CUB, che spesso si scontra col muro di gomma dei Dirigenti Scolastici, intende promuovere un osservatorio conoscitivo su eventuali anomale gestioni. L’obiettivo è quello di favorire il dialogo all’interno delle amministrazioni scolastiche per prevenire ogni possibile causa di burnout, di stress da lavoro correlato e malagestione della cosa pubblica.
La strada maestra è quella della formazione di RSU, RLS e delegati sindacali, chiamando in causa esperti universitari (giuristi e psicologi) e l’Associazione Consumatori Utenti per creare una rete che sia in grado di assumere conoscenze e di intervenire preventivamente per rimuovere ostacoli e promuovere buone pratiche di gestione. Con ciò si vuole lanciare una sfida ideale, per rendere la scuola pubblica efficace, efficiente e capace di coniugare i diritti di docenti e ATA con quelli degli studenti.
per CUB/SUR
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