Da Nord a Sud: inversione di rotta delle eccellenze sanitarie l’urologia robotica del prof. Artibani sbarca in Sicilia


Pubblicato il 01 Marzo 2022

Equipe d’eccellenza per il Gruppo Tigano

Soluzioni mini-invasive, laparoscopia robot, laserterapia a olmio: «Siamo sicuri che passo dopo passo saremo in grado di dimostrare che per essere curati al meglio non è necessario lasciare l’Isola».È l’alba di una nuova era per l’urologia siciliana. Grazie al Gruppo Tigano, che da anni punta a diventare polo di riferimento per la chirurgia nazionale – coniugando equipe d’eccellenza e intelligenza artificiale dei robot di ultima generazione – i siciliani potranno curarsi in Sicilia limitando così il fenomeno della migrazione sanitaria. Il Gruppo arricchisce il proprio staff dando il benvenuto al prof. Walter Artibani, già direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia del Polo Chirurgico Confortini, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona, specialista con esperienza trentennale in urologia funzionale, chirurgia ricostruttiva e laparoscopica.

Il Gruppo siciliano offre chirurgia robotica di primo livello, reclutando da anni chirurgi esperti che eseguono interventi nei poli ospedalieri del nord, adesso fruibili anche in Sicilia. Il prof. Artibani sarà nuovo coordinatore scientifico delle attività urologiche che fanno capo alle strutture di Siracusa (Villa Salus), Messina (Casa di Cura Carmona) e Trapani (Casa di cura Sant’Anna), in stretta collaborazione con il dott. Antonio Salvaggio (Responsabile Unità Operativa) e il dott. Michele Colicchia. «È in base alle numerose esperienze cliniche e scientifiche (oltre 500 sono le pubblicazioni sulle riviste internazionali), che ho avviato questa collaborazione con il Gruppo Tigano – dichiara il prof. Artibani – nei giorni scorsi abbiamo effettuato i primi interventi complessi per tumore alla vescica avanzato, che prevedono l’esportazione della vescica stessa e la ricostruzione attraverso l’utilizzo dell’intestino».

In caso di tumore infiltrante della vescica, il trattamento standard consiste – dopo alcuni cicli di chemioterapia sistemica – nella rimozione completa della vescica. La costruzione di un nuovo serbatoio vescicale, utilizzando l’intestino e collegandolo al condotto uretrale, permette al paziente di continuare a urinare attraverso la via naturale, senza la necessità di una derivazione urinaria esterna (“sacchettino” di raccolta delle urine sull’addome). «La tecnica che utilizziamo per la costruzione della nuova vescica intestinale si chiama “vescica ileale padovana”, ileale perché utilizza 40 cm di ileo (intestino tenue), padovana perchéé ideata e introdotta a Padova alla fine degli anni 80 – sottolinea Artibani – L’obiettivo che ci siamo preposti è quello di offrire queste tecniche e la nostra esperienza anche in Sicilia, replicando non solo l’atto chirurgico, ma anche l’iter “pre” e “post” operatorio».

Villa Salus offre tecnologia urologica avanzata (robot Da Vinci, laserterapia a olmio) affidata a urologi molto esperti, con efficaci soluzioni mini-invasive (enucleazione laser dell’adenoma prostatico) per i pazienti con ipertrofia prostatica ostruttiva, evitando le classiche tecniche chirurgiche con inevitabili perdite ematiche. Inoltre, il Gruppo mette a disposizione dei pazienti le migliori terapie chirurgiche per tumori urologici (rene, vescica, prostata, testicolo, pene) attraverso il lavoro di un team multidisciplinare.     

Robot e tecnologia in mano a coloro che sono stati tra i primi in Italia a praticare la laparoscopia robot assistita sin dal 2005: «Questa tecnica viene utilizzata in caso di asportazione di tumori renali – ha aggiunto il prof. Artibani – di asportazione radicale della prostata con tecniche di salvataggio della innervazione – e quindi rapido e completo recupero della continenza – di asportazione radicale della vescica con tecniche di ricostruzione della stessa con segmenti intestinali. Ovviamente in casi particolari ha ancora ruolo preponderante la chirurgia classica aperta: competenza necessaria per la soluzione dei casi più complessi e delle complicanze di pregressi trattamenti chirurgici». 


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