di Marco Benanti, iena incazzata
Ma ci vuole davvero una bella faccia tosta! La Sicilia è in caduta libera –dal punto vista economico e sociale- da decenni e cosa fa una parte consistente della sua “classe dirigente”? Appoggia più o meno ufficialmente (anche se soprattutto da Sinistra vengono distinguo e prese di distanza) la protesta selvaggia di organizzazioni di padroncini di varia estrazione, che sta provocando disagi in serie a milioni di siciliani e danni incalcolabili, milioni e milioni di euro secondo le associazioni di categoria del commercio e degli artigiani.
Insomma, chi dovrebbe prima di tutto “guardarsi allo specchio” di fronte ai propri fallimenti, sposta l’attenzione, soffiando sul “vento della protesta”: davvero come “Bossi insegna”, altro che “Lega razzista”. Il “metodo dello strilla più forte” , già praticato dal senatur e dai suoi accoliti, sembra attecchire anche nella Trinacria. Niente male.
E chi dalle stanze del governo regionale dovrebbe cominciare a dare segnali di “discontinuità”, di fatto legittima, con i suoi atti di ascolto e di incontro, queste proteste. E questa sarebbe la classe dirigente che dovrebbe cambiare la faccia della Sicilia? Come? Rincorrendo il demagogo di turno? E la Sicilia, con la sua autonomia (quella vera, quello dello Statuto) perché deve inseguire il “governo di Roma” per risolvere i suoi problemi? Il governo sta a Palermo! E invece, c’è chi come il Consiglio provinciale esprime solidarietà a chi protesta con un ordine del giorno….
Questo –lo precisiamo- non significa, per quel che è il nostro pensiero, che il disagio sociale, fortissimo in Sicilia da tempo, non sia comprensibile: altro che! Il problema del prezzo della benzina, dell’autotrasporto, dell’agricoltura sono fondamentali per la nostra Isola: ma chi non li ha risolti davvero? Chi? Il destino cinico e baro?
Le politiche di sostegno al Nord e di abbandono del Mezzogiorno, praticate trasversalmente da governi “di destra” e governi “di sinistra” hanno lasciato il segno: poi è arrivato Monti e il disastro adesso è completo. La parte più debole dello Stivale soffre dei provvedimenti dettati dall’Europa e imposti ad un esecutivo “ufficiale giudiziario” nato dal fallimento di una classe dirigente.
Ora, però, c’è da capire chi sono questi imprenditori, queste forze sociali ed economiche che hanno lasciato i siciliani a piedi, senza benzina e potrebbero riuscire a lasciarli senza viveri, se continuerà in questo modo. Terminerà, infatti, a mezzanotte lo sciopero in corso da domenica scorsa contro i prezzi dei carburanti indetto dagli auto-trasportatori siciliani aderenti all’Aias, mentre proseguiranno “ad oltranza” le agitazioni del movimento “Forza d’urto” formato da camionisti, agricoltori, pescatori e attivisti dell’isola. Questa è l’ultima notizia che arriva.
“L’Aias alla mezzanotte di oggi, venerdì 20 gennaio 2012, come comunicato alla Commissione di Garanzia Sciopero interromperà la protesta iniziata domenica scorsa mentre tutti gli altri autotrasportatori indipendenti insieme a tutti gli altri aderenti a Forza d’urto continueranno la protesta a oltranza”, si legge in una nota diffusa dal movimento “Forza d’urto”.
“Forza d’urto”, si legge ancora sul sito Web, dice di non essere un soggetto politico e lancia una serie di richieste al governo tra cui una sul costo del carburante “che dev’ essere assolutamente alleggerito dalle accise”. Gli aderenti al movimento appartengono per la maggior parte anche al cosiddetto “Movimento dei forconi”, uno dei protagonisti delle agitazioni in Sicilia dei giorni scorsi.
Ieri l’autorità di garanzia sugli scioperi hfatto sapere che i blocchi in Sicilia sono vietati dal Codice e che l’Autorità sta valutando sanzioni. Ma, ad esempio, cos’è l’Aias? E’ un “deja vu”: nel 2000 gli autotrasportatori guidati da Giuseppe Richichi furono protagonisti di proteste del genere. Un tourbillon di intimidazioni a chi voleva superare i “blocchi”, di dichiarazioni, di incontri: e di azioni anche ai limiti del Codice penale.
Lo stesso Richichi fu processato e poi assolto per quanto era accaduto in quei giorni. Lo difendeva l’avv. Antonio Fiumefreddo. Nel 2003 si candidò alle provinciali di Catania, con Alleanza Nazionale ma gli andò male. Ma è sempre in prima fila. Anche stavolta. Intanto, è presente anche nell’area dell’Interporto di Catania: è concessionario, tramite l’Aias, dell’area di sosta.
Da “Forza D’Urto” vengono dichiarazioni che sottolineano la distanza da ogni partito o schieramento, come d’altra da tutta questa vasta e variegata aggregazione di forze in protesta. Ma alla gente che non conta nulla e che sta soffrendo per i disagi provocati chi ci pensa?
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