L’imprenditore siciliano Giuseppe Condorelli ha accolto ieri domenica 16 maggio una delegazione della Lega e del sindacato di Polizia MP in visita, nel suo omonimo bar a Belpasso, per mostrare vicinanza e solidarietà verso chi ha denunciato i suoi estortori ribellandosi al sistema mafioso.
Nell’ambito di un programma di promozione della legalità elaborato da un gruppo di lavoro precipuamente creato a tal fine, l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Catania nonché componente della Segreteria Nazionale della Lega, Fabio Cantarella, il Segretario Generale Provinciale del sindacato di polizia MP, dott. Marcello Rodano, il responsabile regionale del Dipartimento Sicurezza della Lega, Marco Tanasi e il consigliere della III municipalità catanese, Diego Strano, si sono recati in visita di solidarietà presso la nota azienda dolciaria “Condorelli” di Belpasso, di recente sottoposta ad un tentativo di estorsione coraggiosamente respinto dal dott. Giuseppe Condorelli, erede del fondatore del rinomato marchio di torroncini. Ad accogliere i graditi ospiti, lo stesso dott. Giuseppe Condorelli, il quale, nel fare impeccabilmente gli onori di casa offrendo un saggio della propria produzione ai suoi interlocutori, si è intrattenuto con gli stessi in conversazione afferente alle problematiche sulla sicurezza che, nel corso degli anni, hanno interessato l’attività imprenditoriale della rinomata industria di Belpasso.
Il Cavaliere ha sottolineato come negli anni ’80 e ’90 il territorio sia stato martoriato. “Io ho subito 3 rapine, mio padre 5. Per me denunciare il tentativo di estorsione è stata una cosa naturale così come lo fu per mio padre. Abbiamo scosso l’opinione pubblica visto che ho ricevuto tantissimi messaggi non solo da miei colleghi imprenditori ma soprattutto dalla gente. Ringrazio veramente di cuore la manifestazione di solidarietà che mi è stata espressa”.
Fabio Cantarella e Marcello Rodano congiuntamente hanno osservato che: “Se fino agli anni ’90 i clan avevano una prevalenza nella gestione del territorio ora, grazie al lavoro svolto negli anni dalle Forze dell’Ordine e anche alle risultanze dei processi, i rapporti di forza tra stato e mafia si sono ribaltati”.
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