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Democrazia e Lavoro contro la commistione elettorale-sindacale
Pubblicato il 22 Giugno 2020
di iena sindacal-elettorale Marco Benanti
L’area Democrazia e Lavoro prende posizione sul “Caso Cgil Catania”, e contro la commistione elettorale-sindacale e chiede le dimissioni della segreteria della Cgil o il commissariamento: “Le intercettazioni telefoniche – recita un documento diffuso in mattinata – di cui siamo venuti a conoscenza attraverso la lettura dell’Ordinanza di applicazione della misura cautelare “Malupassu” ci hanno messo di fronte ad una realtà, occulta, che denota profili di vicinanza di ruoli apicali della nostra Camera del Lavoro Metropolitana di Catania con prassi che mettono in pericolo la credibilità della nostra Organizzazione a Catania e Provincia.
La solida storia delle lotte sindacali su cui si fonda la nostra tradizione, cade oggi sotto i colpi di notizie che rivelano collegamenti innaturali tra il nostro sindacato e la politica, interessata quest’ultima da intrecci poco chiari tra affari e criminalità organizzata.
Democrazia e Lavoro – tuona l’area coordinata da Tiziana Scandura e Salvo Oliveri (quest’ultimo nella foto di copertina, intento a comiziare a favore del candidato Angelo Villari nel corso della campagna elettorale per le elezioni regionali 2017), si è sempre battuta all’interno della nostra Camera del Lavoro per il pieno rispetto dell’autonomia del sindacato. Autonomia, che significa libertà da ogni condizionamento nell’adempimento dei compiti che il sindacato, investito del suo ruolo, è chiamato a svolgere. Su questo punto rivendichiamo la costanza della nostra azione, costanza che affonda le sue radici in tutta l’attività e la presenza nella vita della CGIL di Catania e provincia”.
Parole dure, durissime, che rivendicano coerenza nell’agire di Democrazia e Lavoro Catania: “Chiediamo – conclude il comunicato – un rinnovamento radicale, che non può essere gestito e governato dall’attuale gruppo dirigente della Camera del lavoro, la cui credibilità presso l’opinione pubblica è ormai fortemente compromessa. Pertanto, invitiamo l’intero gruppo dirigente componente la Segreteria camerale a rassegnare, con un atto di responsabilità, le proprie dimissioni.
I fatti che oggi vengono svelati sono di una gravità tale che, tentare di procrastinare l’esistenza dell’attuale Segreteria, ci indurrebbe ad invocare l’applicazione del nostro Statuto e per questo ci attiveremo, senza indugio, per chiedere al Direttivo Nazionale che si avvii con urgenza il percorso stabilito dall’art.16, commi 7° e 8°, al fine di ridare fiducia ai nostri rappresentati e credibilità alla nostra Organizzazione”.
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