di Iena Antimafia
La Direzione Investigativa Antimafia di Catania (nella foto) ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni emesso ai sensi delle vigenti disposizioni antimafia dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale, in accoglimento della proposta avanzata dal direttore della Dia Alfonso D’Alfonso, nei confronti di Antonio Strano Stellario, 58 anni, (attualmente detenuto) esponente di rilievo del clan mafioso Pillera-Cappello, nota organizzazione criminale operante nella provincia etnea e di Salvatore Rapisarda, 65 anni, anch’egli già condannato per mafia in quanto facente parte della stessa consorteria criminale.Con il decreto è stato disposto il sequestro dell’intero compendio aziendale di tre società di costruzioni edili, operanti nella città etnea, il cui capitale sociale era stato fittiziamente intestato dai due soggetti mafiosi a figli e parenti.Oltre alle imprese sono state sottoposte al “sequestro antimafia” 12 unità immobiliari, di cui 8 aziendali e 4 personali, 21 rapporti bancari e numerose autovetture .Le indagini patrimoniali espletate dalla Dia, scaturite dall’utilizzazione degli strumenti di analisi dei flussi finanziari in possesso della struttura antimafia a contrasto del riciclaggio di denaro, avevano evidenziato oltre che anomali movimenti bancari per centinaia di migliaia di euro, anche profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto dai soggetti indagati, tali da fondare la presunzione, accolta dal Tribunale, di una illecita acquisizione patrimoniale.
Antonino Strano Stellario, condannato più volte per associazione mafiosa, segnatamente quale intraneo del clan mafioso Pillera-Cappello, si trova attualmente detenuto, per gravi delitti, per scontare una sentenza ad anni 13 e mesi 4 di reclusione emessa in primo grado lo scorso anno dal Tribunale di Catania.Salvatore Rapisarda, anch’egli facente parte dello stesso clan mafioso, ha già scontato una condanna ad anni tre anni di reclusione, per analoghi reati.Le indagini espletate dal centro operativo Dia di Catania hanno fatto emergere che i due soggetti avevano deciso di condividere, dopo rispettive loro carcerazioni, oltre che la partecipazione al citato clan Pillera-Cappello, l’investimento di propri capitali, ritenuti dagli investigatori provenienti anche dalle attività criminali, in iniziative imprenditoriali nel settore edile creando diverse società ed intestandole fittiziamente a loro congiunti.Sono stati colpiti dal sequestro:12 unità immobiliari, di cui 4 personali e 8 ancora intestate alle imprese;la RAPISARDA COSTRUZIONI Srl, con sede in Catania;la EDILIA COSTRUZIONI Srl, con sede in Catania;la TECNOCEM Srl, con sede in Catania;21 rapporti bancari;numerose autovetture facenti parte del compendio aziendale.
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