Dialoghi in Pubblico: a Catania, tremila imprenditori e strutture ricettive in pericolo a causa dell’acqua


Pubblicato il 23 Marzo 2024

Acqua a Catania: tremila imprenditori e strutture ricettive in pericolo a causa dell’acqua.

Il Commissario ad acta Fabio Fatuzzo decida e faccia entrare nelle sue funzioni il gestore unico.

Nel secondo appuntamento di Dialoghi in Pubblico, Maurizio Caserta e Claudio Melchiorre hanno riunito nella Sala Coppola sindacati e associazioni dei consumatori per affrontare il tema dell’acqua.

Nell’introduzione, il dibattito è stato impostato sulla base degli impegni che derivano dagli accordi internazionali sul tema dell’ambiente e dell’economia circolare.

Il tema dell’acqua è particolarmente importante sia sul piano dei servizi per la comunità, che per gli aspetti ecologici. Tutti i Paesi del mondo hanno infatti sottoscritto numerosi accordi che prevedono l’obiettivo ‘acque pulite’ nel 2030.

Questi accordi saranno confermati nel corso di Cop 29 a Baku, il prossimo novembre, e fanno parte dell’impianto normativo dell’Unione Europea che ha già aperto molte procedure di infrazione che riguardano proprio la Sicilia.

Dalla gestione dell’acqua dipendono certamente anche il costo delle bollette, che già includono i costi di depurazione che in larga parte non sono erogati.

Bisogna anche ricordare che il Pnrr che ha stanziato pochi fondi sul tema acqua e ancor meno sul tema depurazione. Secondo i dati diffusi da Utilitalia, occorrerebbero quarantotto miliardi di investimenti per rendere efficienti le nostre condotte idriche e, aggiungiamo noi, altrettanti ne servono per la depurazione delle acque. Sono novantasei miliardi che non ci sono. A Catania, città che non ha effettivi e concreti problemi di approvvigionamento idrico, la prossima estate promette invece di essere un calvario. È un risultato che deriva dalla mancata programmazione e dai mancati investimenti. La disponibilità di acqua rischierà di fermare non meno di tremila imprese turistiche e strutture ricettive, la prossima estate. Il mare poco pulito o inaccessibile, impedisce il lancio di Catania come città balneare per il pubblico europeo e mondiale.

Pietro Scalia, Segretario Cisal Acqua ed Energia: oggi abbiamo l’obbligo giuridico che gestisce l’acqua a Catania. Questo soggetto si chiama Società Idrica Etnea, Sie. C’è un commissario ad acta che cerca di fare il possibile, ma il punto è decidere. Se ci sono ancora resistenze nelle parti politiche, crediamo si debbano superare. Va anche detto che l’Autorità d’Ambito Idrico ha dei doveri nei confronti dei cittadini e, se per rispettarli, dovesse chiedere anche il sequestro dei pozzi, lo faccia. Se invece occorre un ulteriore periodo di interregno, si segua anche questa strada, ma è necessario decidere.

Gerri Magno, Filctem Cgil: Il gestore unico deve prendere possesso delle sue funzioni. Abbiamo già perso oltre un miliardo di investimenti per questa mancanza. Non ce lo possiamo permettere. Anche se la mia posizione personale è per l’acqua pubblica, so perfettamente che a Catania le gestione private garantiscono migliore servizio a prezzi più bassi dei consorzi pubblici. Il punto è che dobbiamo far funzionare il sistema della distribuzione dell’acqua che oggi, così come è congegnato, e con decine di acquedotti da mettere d’accordo, non funziona.

Maurizio Ferrara, Adiconsum: Bisogna mettere insieme tutti gli attori del servizio idrico ad un prezzo uguale per tutti e che sia deciso dall’Autorità di regolazione.

Giuseppe Coco, Femca Cisl: la questione acqua produce denaro, opportunità, occupazione. Dobbiamo accelerare le procedure per il gestore unico. Se non lo facciamo, le occasioni si perdono e i cittadini perdono ulteriore qualità del servizio.

Giovanni Mangano, Confedercontribuenti: La politica ci continua a regalare manager poco capaci di gestire il bene comune. Questa tendenza va invertita. L’acqua è un bene pubblico e comune e trovo intollerabile che si parli di privatizzazioni senza contrappesi e senza rappresentanza civica. È anche incredibile che nessuno si lamenti di questa situazione. Dobbiamo invertire la tendenza.

Claudio Melchiorre: Oggi abbiamo imparato che al momento non ci sono speranze di avere acqua potabile disponibile la prossima estate e acqua pulita nei nostri mari. Abbiamo chiarito che ad oggi non abbiamo alcuno strumento per ridurre le perdite nelle condutture e di investimento per avere un mare pulito. È necessario ricostituire un comitato civico, una squadra che sul tema dell’acqua si spenda in modo stabile, per fare proposte operative e specifiche. La rappresentanza dei cittadini va ricostituita. La politica è assolutamente necessaria e deve essere spinta a tornare a decidere e fare, per produrre nuovamente ricchezza. Se continua a non decidere, resteremo senz’acqua e anche senz’acqua pulita. In queste condizioni, si perde tanto la ricchezza che la vocazione turistica. La mancanza dell’operatività del Sie è già di per sé un grave inadempimento, perché a causa delle discussioni farraginose, perdiamo anche fondi d’investimento necessari per portare le perdite idriche ad un livello fisiologico, dall’attuale 60%.

Maurizio Caserta: L’acqua è alla base della piramide della politica e dei bisogni sociali. È quindi necessario affrontare il tema. Per questo chiedo aiuto per affrontare anche questo tema e in cambio garantirò la massima attenzione e capacità della istituzione del Consiglio Comunale, anche in termini decisionali. Da oggi sappiamo che ogni tre mesi potremo fare il punto della situazione per definire richieste precise e specifiche. Di certo, su questo tema non possiamo far mancare la voce dei cittadini che hanno tutti il diritto di avere il bene acqua e per questo nascerà da oggi un team specializzato, con tutti i partecipanti.


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