Informazione “contaminata” e sempre meno credibile
di iena senza tesserino.
I social, ormai da tempo, hanno sdoganato il ‘giornalista abusivo’ della porta accanto. Da Facebook a X, da Instagram a Tik Tok, da YouTube a centinaia di siti e blog, la rete è piena zeppa di giornalisti improvvisati, cui si aggiungono opinionisti, commentatori, inviati estemporanei e pseudo presentatori.
Per non parlare, su altro versante deontologico, di “interviste caldeggiate”, di addetti stampa di appaltatori di enti locali che scrivono sulla cronaca di città…
Poi vi sono redazioni online, con numerosi collaboratori, che negli anni hanno alimentato e continuano ad alimentare il precariato, mortificando la professione.
A chi spettano i controlli? Spiace dover constatare che sempre più frequentemente autorevoli rappresentanti istituzionali si rendano disponibili a partecipare a dibattiti online, rilasciare interviste e dichiarazioni a giornalisti abusivi, C’è di più, giornalisti abusivi sono ormai una presenza fissa alle conferenze stampa. In tal senso i responsabili degli uffici stampa istituzionali dovrebbero essere sensibilizzati a dare credito solo agli iscritto all’Albo.
Recentemente in rete è stata pubblicizzata la partecipazione ad un approfondimento on line addirittura di un alto rappresentante istituzionale catanese. Ed è proprio di questi giorni l’annuncio di un altro approfondimento “giornalistico” che riguarda una importante azienda sanitaria pubblica. Ma è normale tutto ciò?
Nei giorni scorsi l’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha deciso per una ‘stretta’ contro l’esercizio abusivo della professione. E questa è una buona notizia. Non è mai troppo tardi.
“L’Odg Sicilia – si legge in una nota – continua a ricevere sistematicamente segnalazioni di casi di chi si improvvisa giornalista ma non lo è, di chi si cimenta in una professione sconoscendone i meccanismi che la regolamentano, gli aspetti normativi, la deontologia. Non ci si improvvisa giornalisti: l’Ordine non è spettatore passivo dinnanzi a un fenomeno che distorce il senso di un mestiere, privando di fatto i colleghi della possibilità stessa di esercitarlo”.
Noi concordiamo e invitiamo Odg e Assostampa ad intervenire sul caso sopra indicato.
“L’esercizio abusivo della professione – prosegue la nota – è un reato punito dall’articolo 348 del codice penale. Prevede reclusioni e multe. Lo ricordiamo anzitutto a noi stessi, che nell’esercizio delle nostre attività monitoriamo segnalazioni e casi, riservandoci di agire nelle sedi competenti in difesa dei colleghi e della professione che rappresentiamo.
A margine del Consiglio di Siracusa, cogliamo l’occasione per ricordarlo anche ai colleghi direttori di testate: i comunicati stampa cui viene data diffusione nei giornali cartacei, sul web, nelle radio, nelle televisioni, devono essere firmati da giornalisti professionisti o pubblicisti iscritti all’Albo”.
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