Diritti e…”rovesci”, scuola: dirigenti scolastici beffati si rivolgono al Codacons


Pubblicato il 07 Settembre 2015

dall’associazione di tutela dei consumatori:

il Codacons Sicilia interviene sulla complessa procedura per l’accesso al ruolo di Dirigente scolastico di cui alla Legge 107/2015, art. 1, commi 87 e ss. e al DM n. 499 del 20 luglio 2015 che ha avuto in Sicilia un iter particolarmente tormentato, diversamente da quanto accaduto nelle altre regioni italiane, dove il percorso si è concluso serenamente e positivamente per tutti i concorrenti.

Si è verificato Infatti  che dei 52 candidati del concorso 2006 inseriti nell’elenco degli ammessi al corso, solo pochi sono titolari di ricorso pendente, mentre gli altri sono titolari di un ricorso perento da anni e si sono trovati in elenco senza saperne il motivo. Nonostante ciò  è stato consentito loro di prendere parte all’intero corso per ricevere poi il decreto di espulsione solo qualche giorno prima della prova scritta. Questi soggetti di conseguenza si sono sentiti motivati a chiedere la sospensiva al TAR per sostenere la prova. Quasi tutto il gruppo ha ottenuto la sospensiva  e per qualcuno di loro, addirittura si è dovuto aspettare fino alle ore 11.45 ritardando l’inizio dello scritto fissato alle ore 9.00.

Al corso di formazione è stata consentita la frequenza  anche ai ricorrenti del concorso 2011, che non erano in alcun modo contemplati dalla legge e il loro percorso si è concluso nella mattinata del 24 agosto, giornata dello scritto, quando finalmente l’USR Sicilia è intervenuto  non consentendo loro l’ingresso per sostenere la prova scritta. Questi soggetti hanno inscenato una protesta davanti all’ingresso dell’Istituto  creando un clima di terrorismo psicologico.

 Inoltre tra i soggetti  del 2004 non tutti i ricorrenti hanno ricorso pendente come previsto dalla legge, per cui un controllo più minuzioso avrebbe sicuramente evitato polemiche e tensioni e avrebbe permesso a chi ne ha pienamente diritto, di poter lavorare nella massima serenità e nel rispetto completo di quanto previsto dalla legge. 

Inoltre, continua il Codacons Sicilia,  non si capisce la motivazione della non  avvenuta pubblicazione della graduatoria che blocca la procedura per coloro i quali hanno una posizione chiara e regolare, nell’attesa che si chiariscano invece le posizioni di coloro i quali allo stato attuale, non hanno e non avevano i requisiti richiesti dalla legge per partecipare alla procedura stessa. Il decreto infatti, prevede una procura d’urgenza, finalizzata al regolare avvio dell’anno scolastico con l’assunzione in ruolo dei neo dirigenti scolastici.  

Il Codacons Sicilia ricorda infine che la  Legge 107/2015, art. 1, commi 87 e ss. e al DM n. 499 del 20 luglio 2015 prevede un corso intensivo di 80 ore con prova scritta, su una delle tematiche trattate in sede di corso, finalizzata all’inserimento in graduatoria e il 21/30 voto minimo previsto per la prova, non è in previsione di selezione ma semplicemente è voto di base di partenza per la formulazione della  graduatoria. La legge infatti  parla  di una procedura volta all’immissione in ruolo.

La prova assegnata ai candidati, che doveva trattare una tematica del corso, conteneva in se un intrecciato confronto tra almeno tre tematiche, viste nel contesto della normativa precedente alla legge 107 e successivamente a confronto con quest’ultima. La prova si è rivelata volutamente complessa, molto tecnica ed articolata, anche per i riferimenti di natura contabile.

Una situazione molto ingarbugliata che deve trovare in tempi brevi una giusta soluzione per un sereno avvio dell’anno scolastico così come già avvenuto per le regioni Lombardia e Toscana che hanno attivato tutta la procedura  attenendosi alle disposizioni di  LEGGE  e hanno serenamente completato la procedura in tempi brevi e con esito positivo per tutti. 

E’ importante notare che tutti i soggetti  della Lombardia e una parte dei ricorrenti della Toscana si trovano  nella medesima  condizione  giuridica  di quelli della Sicilia e  non si capisce quindi il motivo per cui una legge nazionale, debba essere interpretata  secondo il libero arbitrio fin quasi a stravolgerla a tutto svantaggio di coloro i quali sono effettivamente in possesso dei requisiti e quindi aventi pieno diritto.

 


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