Diritto e rovescio, carceri “in condizioni medievali”: astensione degli avvocati e minuto di silenzio!

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Conferenza stampa della Camera Penale di Catania che denuncia, per l’ennesima volta, la “bomba ad orologeria” chiamata galera…

di iena giudiziaria marco benanti

Le carceri “scoppiano”, le condizioni sono talora “medievali”, vengono violate norme costituzionali ma il legislatore dà quasi soltanto “risposte securitarie”, utili forse per facili consensi, ma che non risolvono anzi aggravano la situazione. Il “pianeta carcere” in Italia è fuorilegge: oggi, per sollevare ancora una volta la questione, con un’iniziativa nazionale delle Camere Penali, si è arrivati all’astensione dalle udienze e al minuto di silenzio per sottolineare questa emergenza. Anche a Catania, la Camera Penale ha fatto sentire la sua voce, ricorrendo anche ad una conferenza stampa, animata dal Presidente Giuseppe Passarello, con i colleghi Luca Mirone e Guglielmo Conti (nella foto).Sono venuti fuori dati sconcertanti, con particolare riferimento al carcere di piazza Lanza, un caso ormai nazionale: 511 detenuti, ben al di sopra della soglia di tollerabilità. Insomma, una galera sovraffollata quasi da record, con situazioni di vivibilità da brivido. E poi su 511 detenuti quelli che hanno avuto un giudizio definitivo sono soltanto 117: insomma solo una minoranza ha avuto un processo nella sua interezza. E gli altri? In galera, lo stesso, e se un giorno risultassero innocenti? Gli spazi -è stato detto in conferenza stampa- sono insufficienti, anche se esiste un’ala non utilizzata del carcere.

Non solo: la concessione delle misure alternative alla detenzione raggiunge numeri davvero irrsori con 16 misure date su 281 richieste in un anno. Galera, galera, galera quindi, seguendo l’illusione della soluzione-carcere. “C’è un abuso della custodia cautelare in carcere” ha dichiarato l’avv. Passarello e ci sono anche “fenomeni di appiattimento del giudice sulle richieste della Procura della Repubblica” ha aggiunto il Presidente della Camera Penale di Catania. Eppure, ha aggiunto l’avv. Mirone, dati alla mano, dal ricorso alle misure alternative deriva una reiterazione di reati quasi minima. Cosa fare allora secondo le Camere Penali? Misure alternative e ancora detenzione domiciliare come sanzione autonoma, ricorso alla cosidetta “messa in prova”, depenalizzazione dei reati. E sull’operato del Procuratore Salvi? Un giudizio positivo, basato su una sensibilità nuova sui problemi della condizione carceraria. Non mancano, comunque, i problemi, anche nel senso dell’operatività reale di organi importanti, come il tribunale di sorveglianza: a Catania, il suo presidente viene dal settore civile, in particolare dal tribunale lavoro. Ma così ha voluto il Csm, è la risposta del Presidente Passarello. Ma -chiediamo noi- decidere sulla libertà di un uomo è la stessa cosa che giudicare una causa con l’Inps?

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Redazione Iene Siciliane

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