Diritto&Rovescio: l’associazione “Avvocatura e Futuro” aderisce all’astensione della Unione Camere Penali italiane

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“Giustizia ritardata è giustizia negata”.

L’ASSOCIAZIONE “AVVOCATURA E FUTURO” DICHIARA DI ADERIRE ALLA ASTENSIONE PROCLAMATA DALLA UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE CON DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA DELL’08.11.2018, CON CUI SI PROMUOVE LA “MOBILITAZIONE DELLA COMUNITA’ DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE” AFFINCHÉ SI POSSA GARANTIRE AL CITTADINO UN “GIUSTO PROCESSO, TERZIETA’ DEL GIUDICE, RAGIONEVOLE DURATA DEI PROCESSI, PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA, LIBERTA’ PERSONALE, FUNZIONE RIEDUCATIVA DELLA PENA:

QUESTE LE RISPOSTE AI PROGETTI DI CONTRORIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE”, RAGION PER CUI ANCHE GLI AVVOCATI PENALISTI ADERENTI ALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE SI ASTERRANNO DALLE UDIENZE PER I GIORNI 20, 21, 22 E 23 NOVEMBRE 2018.

Con questa adesione si intende manifestare pubblicamente il dissenso degli Avvocati sulla irragionevole proposta del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, con cui si vorrebbe sospendere “sine die” la prescrizione del processo penale, una volta intervenuta la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione.

Allungare il termine prescrizionale, infatti, compromette il diritto ad avere una giustizia in tempi rapidi, dove per giustizia non si intende la sentenza di primo grado, ma la definizione dell’intero processo.

Interesse preminente di “Avvocatura e Futuro” non è tutelare il diritto dei “furbetti” bensì quello del comune cittadino da giudizi lenti ed ingiusti così da evitare che l’imputato sconti la pena prima ancora di averla statuita una sentenza definitiva di condanna, subendo un processo che possa anche durare dieci o venti anni, se non di più, il cui esito sarà deciso solo al termine del completamento dell’intero giudizio (e non si dimentichi che non sono poche le sentenze di primo grado ribaltate dal giudizio di appello o gli annullamenti della Cassazione delle decisioni di entrambi i giudizi di merito, di primo e di secondo grado).

La certezza della pena, e la di lei funzione rieducatrice, pretende che essa venga irrogata quanto più prossima alla commissione del fatto, divenendo del tutto evanescente, e solamente afflittiva e punitiva, se scontata dal condannato a distanza di decenni, con irrimediabili pregiudizi non solo per il reo, ma anche per le parti lese.

La Giustizia è (rectius: dovrebbe essere) amministrata in nome del popolo, non lo dimentichiamo Signor Ministro.

Catania 13 novembre 2018

Il Segretario Generale, Avv. Salvatore Cavallaro

Il Presidente, Avv. Giuseppe Lipera (nella foto).

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Benanti

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