Brillante operazione a Monte Po, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, della Polizia Provinciale di Catania e del Corpo Forestale della sezione di Polizia giudiziaria. Eseguite sette misure cautelari in esito ad una indagine su due discariche abusive a Cataniadi Massimo Scuderi, Iena ovunqueEra adibito a discarica abusiva il Parco Urbano di Monte Po a Catania. Alla brillante operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, guidata da Giovanni Salvi (nella foto in un momento della conferenza stampa, al centro con il sostituto Angelo Busacca) si è giunti grazie all’installazione, all’interno del parco, di numerose telecamere ad alta tecnologia unitamente a mirati appostamenti che hanno permesso di filmare le molteplici fasi di scarico di materiale di vario tipo (addirittura anche di un cavallo deceduto). Un’operazione affidata alla Polizia Provinciale di Catania, capitanata da Piero Viola e dal suo seguito di “segugi”, e condotta in collaborazione con la sezione di polizia giudiziaria del Nucleo Operativo Provinciale del Coropo Forestale dello Stato capitanato dal Commissario Mazzocca Maurizio e dal suo più che “collaudato” ed esperiente team di lavoro.I siti adibiti allo scarico abusivo all’interno del Parco di Monte Po che si estende per circa 25 ettari – che qui evidenziamo appartenere al patrimonio del Comune di Catania – erano due. L’organizzazione smantellata dai predetti organi di plizia giudiziaria, ha portato all’arresto di ben sette componenti. La “consorteria” criminosa aveva abusivamente occupato le porzioni di terreno applicando alle sbarre d’ingresso allo stesso Parco, dei lucchetti per regolare appunto l’ingresso dei mezzi per lo scarico. Tutto il resto è cronaca nota. E’ fatto noto che il Parco di Monte Po, nel giugno del 2007, è stato oggetto di regalia di un progetto da parte dell’Atene di Catania – lo hanno evidenziato i diversi organi di stampa on line – titolando appunto “Parco per Monte Po, l’ateneo regala il progetto al Comune”. Ciò che è inquietante è: se alla cerimonia conclusiva del Master internazionale in “Progettazione paesaggistica e ambientale in area mediterranea” sono stati a realizzarli agronomi, architetti e naturalisti provenienti da Paesi del bacino del Mediterraneo come Egitto, Giordania, Siria, Marocco, Libia, Libano, Spagna e Italia; se tutti quei membri associati a quel master internazionale di II° livello della Scuola Superiore dell’Università di Catania avevano previsto opere che valorizzano gli aspetti naturalistici e culturali dell’area di 25 ettari dove è ubicato ora il parco urbano; se nel progetto erano state previste le capacità naturali con quelle della tradizione e della modernità con spazi per passeggiare e attività commerciali, per mantenere stretto il rapporto tra la periferia e il centro di Catania e al tempo stesso valorizzando gli aspetti ecologici; se questo progetto, a quel tempo, era stato addirittura premiato nell’aula magna della facoltà di Agraria, nell’ambito della manifestazione “Un progetto per il parco di Monte Po”, in cui atto conclusivo del master aveva visto in prima fila, anche l’assessore protempore all’Ambiente del Comune di Catania Orazio D’Antoni; se il piano regolatore generale del capoluogo etneo prevedeva questo parco urbano a Monte Po che l’amministrazione comunale, ha finanziato con specifici provvedimenti Dirigenziale – così leggiamo nell’utile “velina” consegnataci come appunto per la stampa dalla Procura della Repubblica – emessi dalla 8^ Direzione Patrimonio Immobiliare del Comune di Catania e con considerevoli esborsi, tali da rendere necessaria l’accensione di mutui a carico delle casse comunali, sono stati espropriati ai precedenti proprietari; ed in ultimo, se della commissione giudicatrice di quel tempo hanno fanno parte anche il dirigente protempore del Comune Marco Morabito, qualcuno del Comune di Catania vuole spiegare al “popolo sovrano” – lo sancisce anche la “Costituzione” art. 1,2° comma – dove si trovava l’organo preposto alla vigilanza di questo – certo non piccolo orticello – bene della comunità?E mentre alcuni colleghi giornalisti -durante la conferenza stampa tenuta dalla Procura della Repubblica di Catania- chiedevano al Procuratore capo Giovanni Salvi, e agli altri magistrati presenti, se si potesse ipotizzare una “culpa in vigilando” da parte dell’Amministrazione comunale, gli organi inquirenti “abbottonatissimi” rispondevano: “vedremo… stiamo indagando”…