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(Dis)Istruzione Pubblica: la “Catania scolastica” contro la “buona squola”. Ma, diciamo noi, è veramente brutta questa riforma?
Pubblicato il 26 Giugno 2015
di marco pitrella
con il concorso morale di Marco Benanti (nella un vecchio rappresentante comunista e docente Luca Cangemi in un atteggiamento patriarcale-maschilista)
Mentre il Senato approvava la fiducia chiesta dal Governo (scandaloso!) sul maxi-emendamento sostitutivo del Ddl di riforma della scuola, la buona squola – su 273 senatori presenti, in 159 hanno votato sì & 112 i contrari -, la Catania “scolastica” manifestava o meglio si riuniva in assemblea davanti la Prefettura.
Ver-go-gna!ver-go-gna!,ver-go-gna! Gridavano i docenti (c’era anche qualche studente). Le parole di protesta e sdegno venivano amplificate dal megafono. Un attimo dopo è arrivata la notizia: il Senato ha votato. Cosa resta? “del futur non v’è certezza”. Si percepiva nell’aria lo sconforto e una certa dose di incazzatura più che le altre volte. Sì, perché quella di ieri è stata solo l’ultima delle tante tappe di questo lungo e faticoso cammino che non s’arresta: “ci sarà il referendum e l’opposizione nelle scuole”. Si è combattuto, in fondo; con lo sciopero del 5 maggio (con una partecipazione di circa l’80%), per passare al boicottaggio dei test invalsi e concludere con lo sciopero degli scrutini.
“Il maxi-emendamento peggiora questa legge i per sé già bruttissima – ha detto Luca Cangemi, RSU Lombardo Radice -, una truffa nella truffa… il riferimento è sulla promessa (o progetto) di assunzioni fatta da Renzi, il mattel pneumatico, anche stavolta smentito dai numeri; “non saranno 100mila le assunzioni – quante sono state le cattedre tagliate dai ministri Gelmini, Carrozza e Profumo – ma saranno 50mila, i restanti migliaia slitteranno di un anno”.
(Nel novembre 2014 la Corte di Giustizia ha stabilito che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato.)
A tutto questo si aggiunge – spiega ancora il docente – tutto il peggio possibile; dal potere del preside all’apertura ai privati”.
“La scuola va cambiata, ma non così” – recitava uno dei tanti slogan visti in questi -, e c’è la necessità che molto vada modificato, ma si ha la sensazione che nel bel paese niente cambi e niente deve cambiare: “il nostro messaggio è arrivato, il Governo Renzi, come dicono tutti i sondaggi e come hanno dimostrato le ultime elezioni regionali, ha preso il consenso nel paese, gli italiani hanno chiaro quanto tutto questo sia un ritorno indietro, alla scuola dell’800 quando i presidi nominavano gli insegnanti”. In principio divenne dirigente scolastico… adesso si va verso il minkia “il signor preside”? (di rimando al “signor Tenente” di Faletti)
“Renzi stai sereno!” riportava uno striscione. La riforma è passata e festeggia persino Davide Faraone.
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