Scelta consapevole e tragica del Governo Crocetta?
a cura di iena senza scuole
Risale a pochi giorni addietro il tragico fatto di cronaca, relativo ad una sanguinosa rapina ad un distributore di benzina sulla tangenziale a Catania, che tra l’altro ha visto la partecipazione di un minore di Librino che è rimasto gravemente ferito.
In molti si sono chiesti quale è il destino di molti giovani catanesi delle periferie che, seguiti in genere fino alla terza media, scompaiono dalla frequenza scolastica pur in presenza di un “obbligo” tassativo almeno fino ai 16 anni. Sappiamo tra l’altro che il passaggio dalla dispersione scolastica alla devianza minorile purtroppo, troppe volte, diventa quasi una deriva automatica. Una chiave interpretativa del perché in Sicilia accadono queste cose viene ora fuori dalla lettura delle iniziative di questo Governo Regionale per i giovani.
Parliamo del Decreto della Regione Siciliana porta il n. 291 che è stato pubblicato il 26 gennaio, che prevede che entro 10 giorni, il 5 febbraio 2015, gli enti che si occupano di formazione professionale possono richiedere il finanziamento per la realizzazione di corsi di istruzione e formazione professionale per l’anno scolastico 2014/15, l’obiettivo dichiarato è quello di riuscire ad ottenere il reinserimento dei giovani NEET (che non frequentano una scuola e non lavorano) nei percorsi di istruzione e formazione professionale. La Regione stanzia quindi la somma di 10 milioni di euro per l’attuazione di corsi di istruzione e formazione professionale. Lo scopo, come accennato, appare quello di una drastica riduzione della dispersione scolastica, che dalle nostre parti dopo la scuola media viaggia con medie a doppie cifre, certamente sopra il 20%.
Vi è inoltre la possibilità di offrire ai giovani una CHANCHE nel conseguire una qualifica professionale, da spendere per l’inserimento lavorativo, si tratta di ben 22 qualifiche previste da accordo nazionale che spaziano dal settore elettronico, al grafico, elettrico, termoidraulico, meccanico, ristorazione, benessere/estetico, agricolo, ecc.….
I giovani, che chiederanno l’iscrizione entro il 5 febbraio verranno inseriti nei corsi di prima annualità dei percorsi triennali di istruzione e formazione. Questi i requisiti: età tra i 15 e i 19 anni non compiuti, residenza in Sicilia, trovarsi fuori dal sistema scolastico e formativo, essere privi di qualifica e diploma, iscriversi al programma Garanzia Giovani, non trovarsi con contratto di lavoro in corso e non frequentare in atto alcun corso di studi o formazione.
Si tratta quindi di una utile (anche se soffocata nel ristretto numero di pochi giorni, chissà perché?) iniziativa rivolta ai giovani NEET tra i 15 e i 19 anni al fine di farli rientrare nei circuiti formativi.
Quello che non si riesce a comprendere è perché la Regione non fa partire gli ordinari corsi di istruzione e formazione professionale? Ricordiamo infatti che il 16 Ottobre 2014 con decreto 5629 firmato dai direttori, della Regione Gianni Silvia e MIUR Maria Luisa Altomonte, veniva pubblicato il Piano Regionale provvisorio dell’offerta formativa da realizzare da parte degli enti di formazione professionale, con l’elenco dettagliato di tutti corsi di primo anno che dovevano essere avviati a Catania come nel resto della Sicilia (teoricamente nel mese di settembre come si usa per una scuola “normale”).
Resta un mistero il mancato avvio e la mancata pubblicazione, dopo oltre tre mesi, del Piano definitivo, che ha comportato come conseguenza che ancora si è tutti in attesa del suono della campanella del primo giorno di scuola nei corsi di formazione professionale.
La cosa più raccapricciante è rappresentata dal “congelamento” di quelle migliaia di giovani usciti dalle scuole medie e che sono rimasti in attesa dal mese di settembre, dell’avvio dei primi anni di IeFP (istruzione e formazione professionale), la cosa rischia di diventare ancora più enigmatica se si tiene conto che i corsi di cui abbiamo prima parlato con scadenza di iscrizione al 5 Febbraio 2015, rivolti a coloro che sono in “dispersione o abbandono” o se si vuole “non studiano e non lavorano”, escludono tassativamente i quattordicenni.
In pratica i ragazzi che nello scorso anno scolastico hanno conseguito regolarmente la licenza media e si sono iscritti ai corsi di istruzione e formazione professionale non hanno ancora iniziato a frequentare le lezioni del 1° anno del corso triennale richiesto e non possono neppure iscriversi, non avendo 15 anni, a questa misura di “emergenza” pensata per coloro che sono fuoriusciti per abbandono dal sistema di istruzione e formazione.
E’ pensabile il Presidente della Regione e l’assessore Lo Bello abbiano “dimenticato” o deliberatamente messo a “binario morto” queste migliaia di quattordicenni (che nei quartieri di periferia e a rischio hanno scelto per un buon 30 % questo itinerario formativo), programmando quello che si potrebbe definire anacronisticamente un anno “sabatico” del non far niente, cioè determinando la Regione stessa, oltre che lo spreco di migliaia di talenti, le condizioni di inadempienza dell’obbligo scolastico e di violazione di legge?
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