“Dis”Istruzione Regionale: arriva rinvio per i “giovani Neet”


Pubblicato il 05 Febbraio 2015

a cura di iena senza scuole

Rimangono OSCURI i motivi che non fanno partire gli ordinari corsi di istruzione e formazione professionale per i ragazzi quattordicenni catanesi e siciliani

Nel silenzio della politica, della società civile e della magistratura

Avevamo scritto che l’iniziativa della Regione per i giovani NEET appariva stranamente frettolosa e soffocata nel ristretto numero di pochi giorni, chissà perché? Adesso l’Assessorato con un nuovo decreto n.459 (che si allega) proroga di 15 giorni la scadenza prevista.

La Regione Siciliana dispone praticamente la proroga per la presentazione di istituzione dei corsi professionali e quindi anche delle domande che i giovani tra i 15 e i 19 anni possono avanzare agli enti di formazione per essere ammessi a corsi. Come chiarito nel precedente articolo, I giovani, che chiederanno l’iscrizione entro il 5 febbraio verranno inseriti nei corsi di prima annualità dei percorsi triennali di istruzione e formazione. Questi i requisiti: età tra i 15 e i 19 anni non compiuti, residenza in Sicilia, trovarsi fuori dal sistema scolastico e formativo, essere privi di qualifica e diploma, iscriversi al programma Garanzia Giovani, non trovarsi con contratto di lavoro in corso e non frequentare in atto alcun corso di studi o formazione. Ripetiamo il giudizio tecnicamente favorevole a questa misura, così come a tutte le azioni che si pongono l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e la devianza minorile. In questo caso poi è evidente il fine dichiarato di rivolgersi a quella platea di giovani NEET (che non frequentano una scuola e non lavorano) nei percorsi di istruzione e formazione professionale.

Perché tanto silenzio della Società Civile, della Politica, del Sindacato

Lo spostamento di 15 giorni nella scadenza di un AVVISO, come quello trattato, che riguarda i giovani in dispersione cronica, è un fatto già importante, perché dimostra che si può correggere il tiro di una misura rendendola più funzionale e legittima in ordine alle finalità che intende perseguire.

Resta, purtroppo, inevaso l’altro forte interrogativo da noi avanzato:

Quello che non si riesce a comprendere è perché la Regione non fa partire gli ordinari corsi di istruzione e formazione professionale? Ricordiamo infatti che il 16 Ottobre 2014 con decreto 5629 firmato dai direttori, della Regione Gianni Silvia e MIUR Maria Luisa Altomonte, veniva pubblicato il Piano Regionale provvisorio dell’offerta formativa da realizzare da parte degli enti di formazione professionale, con l’elenco dettagliato di tutti corsi di primo anno che dovevano essere avviati a Catania come nel resto della Sicilia (teoricamente nel mese di settembre come si usa per una scuola “normale”).

Resta un mistero il mancato avvio e la mancata pubblicazione, dopo oltre tre mesi, del Piano definitivo, che ha comportato come conseguenza che ancora si è tutti in attesa del suono della campanella del primo giorno di scuola nei corsi di formazione professionale.
La cosa più raccapricciante è rappresentata dal “congelamento” di quelle migliaia di giovani usciti dalle scuole medie e che sono rimasti in attesa dal mese di settembre, dell’avvio dei primi anni di IeFP (istruzione e formazione professionale), la cosa rischia di diventare ancora più enigmatica se si tiene conto che i corsi di cui abbiamo prima parlato con scadenza di iscrizione al 5 Febbraio 2015, rivolti a coloro che sono in “dispersione o abbandono” o se si vuole “non studiano e non lavorano”, escludono tassativamente i quattordicenni.

In pratica i ragazzi che nello scorso anno scolastico hanno conseguito regolarmente la licenza media e si sono iscritti ai corsi di istruzione e formazione professionale non hanno ancora iniziato a frequentare le lezioni del 1° anno del corso triennale richiesto e non possono neppure iscriversi, non avendo 15 anni, a questa misura di “emergenza” pensata per coloro che sono fuoriusciti per abbandono dal sistema di istruzione e formazione.

E’ pensabile il Presidente della Regione e l’assessore Lo Bello abbiano “dimenticato” o deliberatamente messo a “binario morto” queste migliaia di quattordicenni (che nei quartieri di periferia e a rischio hanno scelto per un buon 30 % questo itinerario formativo), programmando quello che si potrebbe definire anacronisticamente un anno “sabatico” del non far niente, cioè determinando la Regione stessa, oltre che lo spreco di migliaia di talenti, le condizioni di inadempienza dell’obbligo scolastico e di violazione di legge?

Francamente sarebbe opportuno attendersi da parte dei decisori politici della Regione Siciliana (Presidente ed Assessore) una spiegazione, oltre che a noi, alle migliaia di minori quattordicenni che attendono di potere iniziare la frequenza del 1° anno dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale. Crediamo che nel sistema democratico i governanti possano o se si vuole debbano dare opportune informazioni sulle loro scelte politiche, avanzate per il bene comune.

Ciò che desta una qualche amarezza è constatare come nel dibattito pubblico, che appassiona politici e Società civile e interventi vari della magistratura, via sia spesso al centro il problema dell’eventuale voto di scambio o mafioso, i gettoni per le commissioni dei vari consiglieri, tutti temi certamente significativi e su cui indagare e fare belle proposte, ma vi è una COLTRE DI SILENZIO o se si vuole di DISINTERESSE sul destino di migliaia di ragazzi lasciati allo sbando (Cosa che forse andrebbe iscritta an. 1 di un ipotetico ordine del giorno del dibattito democratico).

 

 


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