Domenica 25 agosto, nell’ambito della rassegna Teatro in Corte ad Aci Bonaccorsi, va in scena la pièce di Luigi Pirandello con Tuccio Musumeci nei panni di ‘Zi Dima. Angelo Tosto è l’antagonista Don Lollò. La regia è di Giuseppe Dipasquale
Con la forza della maschera che solo lui è capace di imprimere magistralmente ai suoi personaggi, Tuccio Musumeci impersona ‘Zi Dima nello spettacolo La Giara (‘A Giarra) di Luigi Pirandello nella versione diretta dal regista Giuseppe Dipasquale. Lo spettacolo sarà in scena domenica 25 agosto, ore 21 alla Corte di Palazzo Recupero Cutore ad Aci Bonaccorsi nell’ambito della rassegna Teatro in Corte, organizzata dall’Associazione Città Teatro. Coprodotto dal Teatro Stabile di Catania, Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, lo spettacolo corale, oltre al mattatore Musumeci, vede in scena l’antagonista Don Lollò, interpretato da Angelo Tosto e, a supporto dell’irresistibile coppia, una compagnia di grande spessore composta da Filippo Brazzaventre, Pietro Casano, Luciano Fioretto, Claudio Musumeci, Vincenzo Volo, Lucia Portale, Ramona Polizzi, Federica Guerrieri. Icostumi sono di Dora Argento, le musiche di Matteo Musumeci, i movimenti coreografici di Giorgia Torrisi.
«La Giara è una commedia fondata sul paradosso della ragione – scrive nelle note il regista Giuseppe Dipasquale – E sebbene il tema sia quasi filosofico e giuridico, il principio del torto e del giusto rispetto all’affermazione della verità, la sua collocazione popolare e campestre, ne determina tuttavia una questione dal profilo panico e antropologicamente simbolico. La Giara, come ventre di madre terra trattiene il suo architetto ‘ZI Dima in lite con l’Imperatore e proprietario dei campi Don Lollò.Il fatto in sé viene solitamente visto come una contesa da vita dei campi, di derivazione verghiana, giocata sulla roba. Ma altro è La Giara se si vuole svelarne il senso profondo che, pur sotto le maglie della commedia umoristica, nasconde un meccanismo orgiastico di vita e di morte. Questa Giara, allora, sarà per noi l’occasione per interrogare nuovamente l’autore siciliano: sulla vita, sulla coscienza del vivere e sul desiderio panico di legarsi alla natura, ‘…vivere per vivere, senza saper di vivere come una pietra, come una pianta…».
La rassegna Teatro in Corte si concluderà sabato 31 agosto con Vissi d’arte, vissi d’amore, un viaggio tra parola e musica nel mondo di Giacomo Puccini con Marianna Cappellani, Bruno Torrisi, Ninni Spina.
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