DON “GIGETTO” ARCIVESCOVO “SCOMODO”


Pubblicato il 28 Luglio 2024

La “scelta di vita” pro Palazzo di Luigi Renna. Che un tempo sferzava i politici e ora mostra la “pastorale del consenso”.

di iena miscredente marco benanti.

“I devoti di Sant’Agata partecipino al cambiamento in corso”. Quale cambiamento?

“Oggi la città sta cercando di uscire dalle derive dell’incuria della persona e dell’ambiente e un cristiano, un devoto di Sant’Agata non può non essere protagonista di questo cambiamento, altrimenti la sua fede sarebbe vana”. Quale cambiamento? Parola di Luigi “Gigetto” Renna.

L’arcivescovo di Catania si adegua: non è più il “personaggio” di un anno e mezzo fa, quando si arrivò a parlare di “partito dell’ arcivescovo” catanese, di un rinnovato impegno dei cattolici (con tanto di “cantiere per Catania”) animato da una sorta di club di “Renna Boys”. E dire che il capo della Chiesa catanese sferzava i politici in nome della legalità, ricevendo applausi dai soliti “club” del “ceto medio ariflessivo”…

Oggi, Don “Gigetto” Arcivescovo “Scomodo” fa dichiarazioni rassicuranti per il Palazzo e per il suo mondo. Mentre la città di rassicurante ha poco o nulla.

Sfugge a “Gigetto” la figura del “sindaco-sceriffo-ballerino-arrotino-munnizzaro-influencer” solo per ricordare alcune delle “proposte mediatiche” e “cinematografiche” di Trantino

Ma nel frattempo a Catania?

Cenere vulcanica e munnizza ovunque (la gente fa da sé, come accaduto a Picanello);

urbanistica che fa discutere;

sicurezza pessima;

supermercati a go go;

partecipate comunali fuori controllo;

consiglio comunale scadente, con un presidente modesto;

commercio al collasso;

servizi sociali forse meglio servizi per pochi?

E ancora: periferie non pervenute (il sindaco proprio non ne parla e non le frequenta).

Trantino è stato eletto appena da un anno: altro che “cambiamento”! Quando ha spiegato cosa avrebbe fatto è andato “ a casa di Mario Ciancio”. Non solo: da mesi ha a disposizione 20 minuti di propaganda settimanale senza contraddittorio in una sorta di salotto dell’ex suocero.

Mentre accadono queste cose, cose gravi, l’arcivescovo partecipa ai riti del Palazzo, anche nel linguaggio e nelle sue “uscite”, parlando di disciplina nei rifiuti (sottinteso “i catanesi sono zozzoni”, guarda un po’ quello che sostiene il “sindaco-sceriffo”) e poi va a braccetto con Trantino per la festa estiva della patrona cittadina. Collante per populismo a buon mercato, con il sindaco in versione “babbo arrabbiato” che minaccia “assieme alla mamma” di …rinunciare alla processione di Sant’Agata, viste le condizioni della città!

Che la Santa illumini il Palazzo, si direbbe. L’arcivescovo ha fatto la sua “scelta di vita”? Gratta, gratta, il populismo fa danni. Anche perchè il tempo è galantuomo…


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