Stamattina hanno organizzato un sit- in pacifico a fianco del Municipio, insieme a Cgil e Filcams Cgil, Ugl igiene ambientale, Uil Trasporti, Fast Confsal e al termine della protesta sono stati ricevuti dal vice sindaco.
Nel corso della riunione interlocutoria è stato dunque fissato per il prossimo 20 dicembre un confronto tra sindacati, assessore comunale alla Nettezza Urbana e presidente Amt, per provare a collocare i lavoratori in ulteriori servizi.
“Aumentano i bus ma diminuiscono i lavoratori. Ma non capiamo il perché. Eppure da quattro mesi tentavamo di coinvolgere il sindaco Salvo Pogliese, ma senza risultati, nonostante l’intervento della Prefettura che aveva invitato formalmente l’amministrazione comunale. Eppure solo il Comune di Catania può risolvere una vicenda così delicata, visto che gli esiti disastrosi del dissesto sono alla base di questo ulteriore disagio. – sottolinea il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota-Diamo atto al Prefetto di avere preso a cuore questa vicenda, e ciò ci rincuora moltissimo, ma il rischio di aggiungere disoccupati ad altri disoccupati aumenta”.
Il caso dei 60 lavoratori che fanno capo alle aziende IMS e Punto Pulizia, è legato al fatto che lo scorso gennaio l’Amt ha revocato in autotutela una procedura di gara a causa della dichiarazione di dissesto del Comune di Catania. L’ appalto era legato all’affidamento dei servizi di pulizia dei locali aziendali e dei parcheggi, nonché del lavaggio dei veicoli, della manutenzione dell’area verde e dei parcheggi, e dei servizi di reception.
La municipalizzata ha di conseguenza manifestato l’esigenza di ottimizzare l’impiego di risorse finanziarie e dunque di rimodulare il monte ore.
“Una scelta che non si può accettare passivamente poiché riduce sensibilmente gli stipendi oramai al limite della povertà . – aggiunge Concetta La Rosa della Filcams Cgil- Non possiamo inoltre dimenticare che questi 19 lavoratori fanno parte di un bacino di garanzia scaturito da vertenze complesse (ex Cesame, Catania Multiservizi), e poi in parte ricollocati fra Amt e servizi di Igiene ambientale. Sarebbe una vera beffa lasciarli nuovamente al loro destino”.