Due cose su Giovanni Brusca….

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“U verru”, “u scannacristiani”, alcuni dei soprannomi di quel “gentiluomo” che è uscito dopo 26 anni dalle patrie galere e che si è fatto tutto il carcere che gli era stato comminato dalle toghe riunite. Anzi tentò di uscire prima e tuttavia la sua richiesta non fu accolta proprio per la memoria degli orrori che aveva compiuto. Nel nostro regno tricolore la legge concede benefici, sconti, riduzioni di pene a demoni meschini che collaborano mentre si pongono vincoli ostativi al fine pena per chi non lo fa. Ancora prima lo si è fatto con i nichilisti rossi e neri che rinnegavano le loro azioni. Questo ha offerto uno regno incapace di contrastare e sgominare la violenza criminale.

Ora molti si chiedono se questi disgustosi personaggi abbiano confessato tutte le cose che sapevano e se si siano limitati per evitare guai peggiori. Nessuno sa bene come stanno le cose veramente e i giureconsulti sono lenti impiegano decenni per scoprire le cose se(quasi) mai riescano! Oggi per la verità con le nuove tecniche delle guardie indagatrici anche questi soggetti che tradiscono il patto di sangue criminale non sono più rilevanti come prima ai fini delle verità criminose e così ogni tanto per non perdere l’abitudine arriva qualcuno che ci proprina “nient’altro che la verità” su fatti accaduti anche 60 e passa anni fa quando ancora non erano nemmeno nato.

Mi  stupisco e sorprendo dello stupore e sopresa generale per norme volute proprio dai giudici eroi lasciati soli in prima linea a combattere questi “mostri”. Loro  sapevano bene che queste organizzazioni segrete dovevano essere scardinate soltanto offrendo convenienze a chi voleva abbandonare la violenza mortale del domino criminale. Si è riusciti quanto meno a porre fine alla guerra che insanguinava le strade anche se il cancro non è stato debellato e gli anticorpi non funzionano bene.

Ghino Di Tacchino.

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Benanti

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