E chi l’avrebbe mai detto? Dietro un centro commerciale l’ombra della mafia!

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di iena Marco Benanti

Il “botto” arriva…da Scordia. Sta per nascere un nuovo centro commerciale nella “Disneyland” della provincia di Catania. Lunedì mattina, in Comune (nella foto), la conferenza dei servizi si appesta a dare il via libera (a proposito Regione e Provincia di Catania che faranno?) mentre, nel “deserto” politico-mediatico, Rifondazione Comunista denuncia fatti, personaggi e presunti interessi “maleodoranti”. Quali? Ecco cosa hanno detto in conferenza stampa, stamane presso il gruppo consiliare alla Provincia Regionale “Comunisti-Idv”, Valerio Marletta e Pierpaolo Montalto, rispettivamente consigliere provinciale e segretario provinciale di Rifondazione.

Una denuncia coraggiosa, nel contesto di una società sempre più “sonnolenta”. Il caso è quello di Scordia, dove dovrebbe nascere presto l’ennesimo centro commerciale, in una provincia letteralmente “assaltata” dalla grande distribuzione, con numeri da capogiro, mentre l’economia reale “muore” e disoccupazione e sottoccupazione dilagano. Lunedì mattina, a Scordia, ci sarà, sostenuta da Rifondazione, una giornata di protesta, con un sit-in proprio davanti al Comune.

Ma ecco quanto hanno denunciato Marletta e Montalto: “Dietro questo proliferare dei centri commerciali si nasconde spesso l’attività speculativa di grandi gruppi finanziari e la presunta infiltrazione del potere mafioso. Sono tanti gli imprenditori catanesi che hanno fatto grandi affari nella realizzazione dei ‘Megastore’. Non possiamo -hanno aggiunto i due consiglieri- dimenticare i milioni di euro che entrarono nelle tasche dell’editore Mario Ciancio proprietario dei terreni dove è sorto il centro commerciale del quartiere Pigno. E non possiamo non tener conto degli interessi dell’imprenditore, condannato per Mafia, Vincenzo Basilotta nella costruzione del ‘Scordia Megastore’.”

Hanno continuato Marletta e Montalto: “qualche anno fa il Consiglio comunale di Scordia aveva votato in favore del Progetto di variante allo strumento urbanistico: cambio di destinazione d’uso senza aumento di cubatura da uso industriale ad uso commerciale del capannone dell’ex Copeca utilizzato per la lavorazione di agrumi in via Matteotti, progetto presentato dalla ditta Scordia Megastore, mandataria del progetto, e che ha acquisito con atto preliminare la disponibilità delle aree dalla Fratelli Basilotta Immobiliare. La sede legale della Scordia Megastore è a Giarre in via A. Damiani Lanza n. 18, la stessa dei Fratelli Basilotta. Chiediamo con forza alla magistratura di indagare sui vecchi e nuovi tentativi di infiltrazione mafiosa nel grande affare dei centri commerciali.”

Un allarme, quindi, questo nel quadro della generale contrarietà di Rifondazione ai due nuovi centri commerciali previsti in provincia di Catania, a Scordia appunto e anche a Motta Sant’Anastasia, a pochi chilometri dal capoluogo. Sullo sfondo una situazione intollerabile in quanto a nuovi e vecchi insediamenti della grande distribuzione: “Catania ha la più alta concentrazione di centri commerciali in Europa a fronte di una cronica stagnazione dei consumi che ha portato il commercio in agonia. Centinaia di piccole attività commerciali hanno cessato la propria attività in un territorio che ha visto la crescita smisurata dei ‘Megastore’. Nei prossimi giorni sono previste due conferenze di servizi che esamineranno l’istanza di apertura di altrettanti centri commerciali nella provincia di Catania, a Motta Sant’Anastasia e Scordia, per un totale di quasi 60.000 metri quadrati di superficie di vendita. Con la realizzazione di questi due nuovi centri si raggiungerà quota 12, la più alta concentrazione in Italia”.

Conseguenze? “Questo modello ‘spazzatura’ di sviluppo -denunciano inoltre Marletta e Montalto- ha comportato la chiusura di centinaia di piccole attività sul nostro territorio. Hanno creato nuovo lavoro sempre più precario, basti vedere le tipologie contrattuali alle quali sono sottoposti centinaia di lavoratori. Hanno intaccato pesantemente il tessuto socio-economico delle nostre comunità. Come sempre il Meridione d’Italia subisce l’esportazione di un modello produttivo indecente e senza possibilità di sviluppo vero. La Confcommercio e la Camera di Commercio di Catania hanno recentemente presentato dei report che evidenziano come questo modello non sia più sostenibile per la nostra provincia”.

Chi è Vincenzo Basilotta? Condannato in appello a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Era stato condannato, in primo grado, nel procedimento cosiddetto “Dionisio” (mafia e appalti, operazione dei carabinieri –sotto il coordinamento della Procura di Catania- scattata il 6 luglio del 2005) a tre anni per associazione mafiosa: il 10 giugno di quest’anno, la Corte d’Appello di Catania ha aggravato la pena, cinque anni, ma ha qualificato il reato in concorso esterno in associazione mafiosa. Basilotta è ritenuto una sorta di “re del movimento terra” nei centri commerciali (ha lavorato ad Etnapolis, Katanè, Porte di Catania, oltre che al Maas) è balzato all’attenzione delle cronache anche per i suoi presunti rapporti con Raffaele Lombardo. Basilotta ha lavorato per la moglie di Raffaele Lombardo eseguendo il movimento terra nella villa di Ramacca. “Un lavoro da 80mila euro”- aveva chiarito Raffaele Lombardo.

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Redazione Iene Siciliane

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