Per Raffaele Lombardo, un pugno di bussolotti, per fare una verifica matematica: provi il candidato a fare un sorteggione delle assunzioni a Catania negli ultimi 40 anni e a trovare una o più di una che sia frutto del caso.
Per Luca Sammartino: una zappa, per fare crescere i nuovi semi della politica siciliana, in particolare nel “giardino della Lega”.
Ad Alessandro Porto (assessore comunale alla polizia municipale di centrodestrasinistra): una paletta magica, con la quale si può cambiare partito ogni cinque minuti, senza saperlo.
Alla mafia: un “giorno di libertà”, ovvero un giorno senza essere infiltrata da Catania.
A Mario Ciancio: una copia de “La ricchezza delle nazioni” di Adam Smith, testo sacro dei liberali del mondo. Del mondo, non dei liberali italiani. Che non lo hanno mai letto.
A quelli di “Fratelli d’Italia” proponiamo, invece, di essere “sovversivi” almeno per Natale: fate una nomina, magari ai giochi da tavolo, senza guardare alla famiglia di appartenenza.
Per Seby Anastasi (pres. Consiglio comunale Ct): un vocabolario catanese-italiano/italiano-catanese, per migliorare la comunicazione delle Istituzioni con il popolo.
Ad Enzo Bianco: un mazzo di carte per aprire il “circolo degli amici” alla “Villa degli Sbadigli”, Catania City.
A Nello Musumeci: una copia de “Il ritratto di Dorian Gray”. Per vedere se si riconosce nel protagonista.
A Riccardo Pellegrino (vicepresidente del consiglio comunale di Ct, condannato in primo grado per corruzione elettorale): uno specchio magico, per provare a rimanere in carica dimettendosi nello stesso tempo.
A Nico Torrisi: un biglietto –solo andata- per l’estero. Omaggio dell’Enac.
Alla magistratura catanese: un paio di occhiali da presbite, perché talora pare che anche davanti all’evidenza, non trovi il bandolo. Nemmeno della matassa.
Ad Anthony Barbagallo (segr. reg. Pd): la rivelazione di aver detto –per sbaglio- una cosa vera negli ultimi decenni di impegno politico.
Alla sinistra sindacale Cgil Ct: un paio di manette di latta e un ritratto falso di Robespierre per tentare nel sogno di “fare piazza pulita”. Magari a casa loro.
Al catanese che –a parole- dice che “la stampa è venduta”: prova -per una volta all’ anno- a non pagare per le interviste che rilasci.
Regalo speciale al giornalismo italiano: una copia de “Senza bavaglio, ma con il guinzaglio (del piemme)” –Editore “Procure&Giornalisti Associati”.
Al comunista catanese: un sosia che gli ricordi che fra il mondo della borghesia e quello del comunismo c’è opposizione, non consociazione. E così gli consenta di guarire dalla sua nevrosi.
Alla “Signora in Rosso”: “Lotta dura senza paura (del mutuo)”, sottotitolo: “Vita difficile di una donna in lotta con pericoli di ogni tipo, dal maschio cattivo al mutuo a suo carico”, Editore “LaSeconda che hai detto”.
Al sindacato: un dado per il brodo, per rendere meglio l’idea di essere “pesce di brodo”.
Al magistrato scrittore e presentatore di successo: una sveglia, per ritrovare le vecchie abitudini, cioè alzarsi presto e andare a lavorare.
A Catania: un “esperimento sociale”, liberare la città per 24 ore dai catanesi. E vedere l’effetto che fa
Al sindaco di Catania (e ai suoi amici), un caldo invito, un invito natalizio, sentito dal cuore: levateci manu.
Ps: chi dimenticavamo, al giudice (uno qualunque) di questo tragicomico paese: un giorno di galera, da innocente. Te lo auguriamo sempre e di cuore.
Satira.
iensicule.
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