Cronaca

E se gli ospedali si fermassero per debiti imprevisti?

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Esiste una norma in Italia che è un unicum mondiale. L’hanno chiamata payback, che tradotto dall’inglese significa due cose: restituzione o vendetta. Vediamo di cosa si tratta.
Governo Renzi. Il Presidente del Consiglio vuole spendere soldi, il più possibile. È uno sbrigativo. Per fare un esempio, manda al Consiglio di Stato la sua capo vigile di Firenze. Oppure, istituisce un’agenzia dell’innovazione e sceglie una signora che arriva da un’importante azienda italiana, ma si scopre poi che non ha competenza sufficiente e non se ne parla più.
Tra le tante norme che inventa lo staff del nostro c’è quella del payback vendicativo, anche se non si sa quale sia il torto e commesso da chi. In sostanza, la norma funziona così: gli ospedali hanno bisogno di apparecchiature e dispositivi per prestare cure e soccorsi; le imprese fornitrici, spesso agenti di grandi multinazionali, forniscono queste apparecchiature e dispositivi; la Regione fa gare e acquista dalle imprese; se la Regione spende troppo per la sanità, chiederà alle imprese fornitrici di dispositivi medici di pagare l’eccesso di spesa, sulla base di quanto hanno fatturato anni prima, per ogni anno di sforamento della spesa, entro trenta giorni dalla richiesta.

Non tutte le imprese sono chiamate a pagare. Solo quelle che forniscono dispositivi medici.

Un po’ come se il Consorzio Autostrade Siciliane chiedesse ai manutentori che riparano le strade di ripianare il disavanzo del CAS.

Risultato di questa legge, disapplicata per anni, è che le imprese di fornitura di dispositivi medici si ritrovano con richieste di denaro da parte delle Regioni, a seguito di un decreto applicativo dello Stato emanato da Draghi, in qualche caso pari all’intero fatturato annuale. Molto più di quanto alcune imprese abbiano in cassa, ovviamente. Ma esaurita la cassa, le imprese non riforniranno più gli ospedali che, per risparmiare, non hanno magazzino. E cosa potranno fare gli ospedali, con pochi medici e presto anche senza dispositivi medici? Niente.

La Regione Siciliana, dopo aver fatto finta di non sapere che il sistema dei trasporti regionale e nazionale ci vede potenzialmente isolati e senza libertà di movimento, dopo aver ridotto ogni servizio pubblico essenziale ad un monopolio, non difende nemmeno la sanità pubblica.

Resta da capire cosa se ne dovrebbero fare degli argutissimi uomini di potere siciliani di un popolo ridotto all’immobilità e senza cure.

Forse il grande disegno strategico della politica siciliana, ora di destra, è la schiavitù. Morto uno schiavo, se ne usa un altro. E la giustizia può essere amministrata da un maggiordomo. Come vendetta contro il mondo di una banda di persone che nessuno assumerebbe nemmeno nell’azienda più scassata, sembra logica. Payback come vendetta contro il mondo, anche delle imprese.

Claudio Melchiorre.

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Iene Sicule

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