“E smettila di scattare foto, CRETINO!”. Il nostro Marco Benanti e quella notte insonne a ripensare all’offesa ricevuta dal senatore

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di iena vulcanica, Mirko Tomasino

Non sarà facile per il nostro direttore Marco Benanti mettere da parte il congresso catanese del Popolo della Libertà. Almeno per una novantina di giorni, il tempo utile per proporre una eventuale querela.

Quella frase maldestra, “E SMETTILA DI SCATTARE FOTO, CRETINO!”, gli rimbomba in testa già da due notti. Lui era intento a fare il suo lavoro di cronista, con la solita tenacia, e stava fotografando proprio lui, il mitico senatore e sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che stava per iniziare il suo intervento ai lavori del congresso presieduto da Ignazio La Russa. Quella frase al senatore Firrarello è scappata proprio ad un centimetro dal microfono così che numerosi dei presenti in sala hanno potuto udire il grave insulto rivolto alla iena più grossa d’Italia.

Per fortuna che in prima fila a seguire il discorso del senatore c’era, al completo, la deputazione aderente alla rinomata “compagnia del pistacchio”, e c’è voluto il miglior Pippo Limoli per acquietare la rabbia della iena Benanti!

Perché Pino Firrarello avrà avuto quella reazione con il nostro incolpevole inviato? Diciamo subito che nonostante l’accordo tra i tre correntoni interni al Pdl (Firrarello-Stancanelli-Catanoso) tuttavia i toni non sono stati per nulla distesi. Firrarello ha fatto capire che l’accordo lo ha mandato giù con un bel po’ di fatica, ci ha dovuto mettere, giusto per intenderci, qualche buon pistacchio per addolcire il boccone. In effetti il suo gruppo aveva il maggior numero di tesserati in assoluto eppure ha dovuto cedere la presidenza del coordinamento provinciale.

E se l’incauta frase fosse da attribuire alle questioni personali con il nostro Benanti? Il senatore brontese in passato ha comunque già mostrato di non gradire gli articoli e soprattutto le inchieste di Marco Benanti. A tal punto di avergli già indirizzato qualche querela, procedimenti penali nei quali però Benanti ha puntualmente trionfato dimostrando al pubblico ministero di turno di aver sempre scritto carte alla mano e comunque senza sconfinare i limiti della continenza, della rilevanza pubblica della notizia e della verità.

E allora, come si chiuderà la questione tra il nostro Benanti e il suo “amato” senatore? Da quel che abbiamo potuto percepire occorrerà attendere lo spirare dei novanta giorni per comprendere se alla fine Benanti proporrà querela. Ancora rammaricato ci ha detto di avere numerosi testimoni pronti a riferire sull’accaduto, ma ha anche sottolineato che lui, a differenza di altri, è solito rispondere agli insulti col serio e responsabile lavoro piuttosto che aggiungendo fascicoli agli intasati uffici del Tribunale. La meditazione dunque è già partita, vedremo come si chiuderà la tragicomica vicenda!!! Per quel che ne abbiamo potuto capire difficilmente si concluderà a tarallucci e pistacchio.

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Redazione Iene Siciliane

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