Dall’Orlando furioso all’Orlando gioioso è l’immagine del Leoluca sindaco intento a dar lezione sul pride di Palermo: “È la festa dei diritti di tutti e di tutte, degli omosessuali, delle donne, dei bambini, dei migranti, degli anziani, dei lavoratori”, la sua definizione. Cosa che manco Rosario Crocetta, quando nel 2014 ebbe a dire di voler portata proprio al pride la bandiera siciliana dal corpo forestale, era arrivato a tanto.
Ora, pride sta per orgoglio. Secondo l’Orlando, dunque, il rispetto delle donne, la tutela dei bambini, l’accoglienza dei migranti, la salute degli anziani, il salario dei lavoratori, “i diritti di tutti e di tutte” appunto, stanno dentro a quest’orgoglio; all’orgoglio d’esser gay. E Vabbè.
Dall’interclassimo democristiano all’intersessimo orladiano.
“Quest’anno assume un significato importante – ha ribadito l’Orlando sul prrrride -, così come avvenne col fascismo e con il nazismo, qualcuno comincia a attaccare i diritti di alcuni per scherzo”. Meno male che c’è il prrrride, quindi:”non solo giusto – va da se – ma necessario”.
Dal drappo rosso al foulard arcobaleno: ecco, trucco e parrrucco, i partigiani del terzo millennio.
Del resto, se fascismo e nazismo – l’assunto dell’orlando – hanno cominciato “per scherzo” continuiamo pure a babbiare, fino a quando una risata ci seppellirà.
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