Peccato. Sebastiano Ardita non si candida a sindaco di Catania. La proposta era stata lanciata su questa testata da Marco Pitrella e sostenuta da autorevoli personalità della società civile catanese, del mondo associazionistico e del sindacato. Negli ultimi giorni il tam tam in città e sui social si era fatto incessante e ieri è arrivata la risposta di Ardita: “Cari amici – ha scritto il magistrato sulla sua seguitissima pagina Facebook, in risposta ai numerosi appelli – ho avvertito molto forte in questi giorni il vostro affetto e la vostra stima e vi devo una spiegazione del perché non potrò fare il Sindaco di Catania”. Anzitutto per il rispetto del ruolo di magistrato, spiega Ardita, “per non occupare spazi che non mi competono” e “per non invadere gli spazi della politica”. Una scelta, la candidatura, che sarebbe “inopportuna” e “solo formalmente legittima”.
Ragioni di grande respiro, dunque, cui si aggiungono, precisa Ardita, anche delle ragioni personali: “Dalla vita professionale – continua il consigliere del Csm – ho avuto tutto quello che potevo desiderare e non ho altri traguardi da raggiungere. La stima e l’affetto dei miei concittadini è già un bene preziose”. E dunque, prosegue Ardita, “vorrei dare qualcosa alla mia città – non solo facendo il mio dovere pubblico, il che è scontato – ma in modo concreto, silenzioso e gratuito. Vi spiegherò poi come e in compagnia di chi se avremo modo di continuare questo dibattito”. Insomma, Ardita non si candida ma non verrà meno il suo impegno civile, anzi: “Chiedo a coloro che come me hanno avuto molto – esorta – di fare qualcosa di concreto per Catania: impegnare un po’ del loro tempo tra i ragazzi dei quartieri; cedere una piccola parte del proprio reddito per iniziative di intervento sociale”.
Ma, allo stesso tempo, Ardita sembra molto attento al dibattito sulla città e sul prossimo sindaco di Catania: “Detto questo – dice il magistrato – capisco da dove nasce tutto e mentirei se negassi che esiste un problema di scelta del Sindaco, che deve essere la bandiera di una comunità di residenti e li deve difendere e rappresentare ai massimi livelli.” A Catania, incalza Ardita, “il primo cittadino dovrebbe essere anche, o soprattutto, il Sindaco dei poveri e delle periferie che ospitano tre quarti degli elettori”. Per questo occorre dedicarsi all’impegno sociale e anche, secondo Ardita “vigilare con un dibattito pubblico sulla scelta del Sindaco”. Perché “il pubblico – conclude il magistrato – ci appartiene più di casa nostra. ”.
Poveri, periferie, bene pubblico. Un discorso “supersonico” che non poteva lasciare indifferente quella comunità che negli anni si è compattata attorno alla prolifica attività del magistrato e scrittore Sebastiano Ardita, autore, ricordiamo, di un libro fondamentale per la comprensione della mafia catanese, “Catania Bene”. Su Facebook, piovono migliaia di like e condivisioni, fiumi di commenti. Tutti sembrano apprezzare la scelta di Ardita e la qualità delle argomentazioni. Ma in tanti insistono, non si rassegnano: “Dottor Ardita – scrive Lorena – lei che rappresenta la buona magistratura, avrebbe dato alla nostra città il decoro che merita, ci ripensi”.
Le reazioni
Tra i like e i commenti spiccano quelli di molte personalità dell’associazionismo e dell’”intellighenzia” catanese: Viola Sorbello e Davide Ruffino di Legambiente, gli attivisti sociali Anna Bonforte, Danilo Festa, Sara Fagone, Genny Mangiameli, i sindacalisti Claudia Urzì dell’Usb, Pina Palella del dipartimento Legalità della Cgil e Dario Gulisano, funzionario della Fillea Cgil di Catania, i giornalisti Mario Barresi e Sebastiano Gulisano. Pollicioni all’insù anche da parte di qualche segretario di partito, mediamente scettico, come Mimmo Cosentino. Dalla Cisl arriva il commento del segretario generale Maurizio Attanasio: “Per qualche ora mi ero rallegrato leggendo le notizie che erano circolate su una sua possibile candidatura perché Catania ha bisogno di “costruttori” che redigano Futuro e Speranza. Mi ha fatto piacere leggere il suo post perché intriso d’amore e responsabilità verso la città e i catanesi, cosa alquanto rara al di là delle enunciazioni di qualcuno”.
E poi, ancora, intervengono il segretario regionale degli edili Cgil Giovanni Pistorio e il docente Michele Vivaldi, che tra i primi si sono “esposti” pubblicamente a sostegno di Ardita e contro la “Catania Bene” che andava a dare solidarietà ad un lido privato mentre Catania Sud e l’Oasi del Simeto venivano devastate dalle fiamme. “Un galantuomo – commenta Pistorio – un vero uomo delle Istituzioni al servizio della collettività. L’esempio di cui avevamo bisogno ed è con il contenuto del suo messaggio che chi ama la città dovrà misurarsi”. Di analogo tono il commento di Vivaldi: “Dottor Ardita, lei è un galantuomo e un altissimo servitore dello Stato. Le sue parole sono un balsamo in tempi foschi come quelli attuali. Sarebbe stato un onore averLa come Sindaco, ma oggi sono certo che le sue competenze e i suoi valori saranno comunque al servizio della nostra comunità. A presto”. Parole che lasciando intendere che l’impegno per il cambiamento continuerà, e che potrebbe avere una sua prima realizzazione già a settembre, secondo le nostre fonti, con un grande momento pubblico di partecipazione che qualcuno ha definito un “cantiere”.
Il dibattito è appena cominciato.
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