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Economia all’italiana, interrogazione di Giulia Grillo(M5S): l’aeroporto di Catania si quota in Borsa. Ma il governo lo sa?
Pubblicato il 15 Febbraio 2016
Atto Camera
GRILLO, DE LORENZIS, CANCELLERI, DI BENEDETTO, DI VITA, LUPO, MANNINO, NUTI, D’UVA, LOREFICE, MARZANA, RIZZO e VILLAROSA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa riportate dal giornale Il Tempo, il 1o febbraio 2016, si viene a conoscenza che è prevista una fusione di attività tra la Corporacion America (la multinazionale argentina che opera negli aeroporti di mezzo mondo) e il Fondo italiano per le infrastrutture, F2i; tale Fondo è costituito dalla Cassa depositi e prestiti, da banche e da investitori istituzionali;
l’unione delle attività tra la Corporacion America e il F2i sarebbe preceduta dalla vendita di F2i delle proprie quote azionarie a Corporacion America, creando le premesse affinché tale società diventi un attore principale per quanto concerne le attività degli aeroporti italiani;
tale operazione, come continua l’articolo de Il Tempo, potrebbe causare la privatizzazione di un asset strategico per l’economia italiana e precisamente quello delle attività connesse agli aeroporti nel nostro Paese e, allo stesso tempo, causerebbe un ridimensionamento della presenza del fondo F2i;
la privatizzazione degli aeroporti italiani inizierebbe con la quotazione in borsa di alcuni scali e uno dei primi, che seguirebbe tale procedura, sarebbe quello di Fontanarossa di Catania;
la Sac spa, la società di gestione dell’aeroporto di Catania ha tenuto il 6 novembre 2015, come si legge dal suo sito, un convegno pubblico dal titolo «Quotarsi in borsa», nella discussione è intervenuto l’amministratore delegato Gaetano Mancini, che ha sostenuto la necessità di quotare in borsa lo scalo catanese;
in una dichiarazione congiunta di Salvatore Bonura, presidente della Sac spa e Gaetano Mancini, amministratore delegato della Sac spa del 22 dicembre 2015, rilasciata al giornale on-line Sicilia Journal il 22 dicembre 2015 si legge: «Confcommercio, per bocca dei suoi dirigenti dichiara che è necessario impedire la quotazione in Borsa (dello scalo di Catania). E motiva la sua posizione sostenendo che con la quotazione si procederebbe a un aumento di capitale con cui di fatto si determinerebbe un indebolimento della quota degli enti pubblici proprietari senza che agli enti ne derivi, nella sostanza, alcun ritorno»;
il giornale on-line L’Urlo del 21 gennaio 2016, riporta la notizia che la Sac spa la società di gestione dell’aeroporto di Catania, si riunirà in assemblea societaria a metà febbraio 2016 per dare il via alla quotazione in borsa a Piazza Affari; la Sac spa accelera le operazioni per la quotazione in borsa per trovare le risorse necessarie per effettuare da qui al 2019 un piano di finanziamenti da 215 milioni di euro, che Enac avrebbe approvato pochi giorni fa;
il decreto del Presidente della Repubblica del 17 settembre 2015, n. 201, «Regolamento recante l’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, a norma dell’articolo 698 del codice di navigazione», all’articolo 1, comma 1, individua per la Sicilia Orientale l’aeroporto di Catania come scalo di interesse nazionale; il comma 8 dell’articolo 1 del citato decreto del Presidente della Repubblica stabilisce che le società di gestione degli aeroporti d’interesse nazionale devono dotarsi di un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario;
in un articolo de Il Fatto Quotidiano del 22 luglio 2015 è riportata la notizia che la Corporacion America ha versato per l’anno 2014 alla fondazione Open legata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, 25 mila euro di finanziamenti –:
se il Governo sia a conoscenza di un disegno che miri a quotare in borsa le società di gestione di molti aeroporti italiani;
se corrisponda al vero che il Fondo italiano per infrastrutture, F2i, venderebbe le proprie quote azionarie alla holdingargentina Corporacion America, che opera nella gestione di molti aeroporti sparsi nel mondo;
se il Governo sia a conoscenza delle decisioni formali di Sac spa, società di gestione dell’aeroporto di Catania, in merito alla quotazione in borsa dello scalo catanese e quale eventuale beneficio un aumento di capitale determinerebbe per gli attuali enti pubblici proprietari del Fontanarossa;
se il Governo sia a conoscenza del piano industriale, corredato da un piano economico-finanziario, predisposto della Sac spa per quanto riguarda l’aeroporto di Catania, così come previsto dal comma 8 dell’articolo 1 del citato decreto del Presidente della Repubblica del 17 settembre 2015, n. 201. (5-07721).
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