ECONOMIA, CALL CENTER, DAVIDE FOTI (CGIL) AL GOVERNO: “BASTA GIOCARE A PING PONG COL PANE DEI LAVORATORI”


Pubblicato il 08 Novembre 2014

di iena sindacale

A pochi giorni dalla manifestazione nazionale indetta per il 21 novembre a Roma, cosa sta succedendo nei call center italiani (e catanesi)? E’ cambiato qualcosa dall’ultima manifestazione nazionale del 4 giugno? Ne abbiamo parlato con Davide Foti, segretario Slc Cgil Catania(nella foto).

A pochi mesi dalla riuscitissima manifestazione nazionale del giugno scorso, il 21 novembre tornate in piazza a Roma per difendere l’occupazione nei call center. Che, tra parentesi, non vivono un bel periodo…
E’ vero. Tantissimi licenziamenti e tantissimi posti di lavoro a rischio in ogni parte del Paese. Le aziende purtroppo continuano a delocalizzare all’estero (soprattutto in Albania, Tunisia, Estonia e Romania) perché spostando il lavoro in quei paesi acquisiscono vantaggi competitivi rispetto a chi invece resta in Italia. Competitivi, però, sulla pelle di chi lavora.

In che senso?
Nel senso che vanno all’estero per risparmiare sul costo del lavoro, perché lì non sono tenuti a garantire diritti ai lavoratori e anche perché, è bene chiarirlo, in quei paesi, alle aziende, è consentito praticamente tutto: per esempio non hanno l’obbligo di mostrare i bilanci o non sono vincolati al rispetto della privacy e dei dati personali dei cittadini.

Cioè: i dati personali dei cittadini in quei paesi non sono al sicuro?
Rispetto alla normativa italiana che è abbastanza efficace e garantisce dagli abusi e dalle violazioni, in quei paesi vige la più totale deregulation con grandi rischi per i cittadini. Si pensi solo al vertiginoso aumento delle truffe sulle carte di credito. Insomma c’è poco da stare tranquilli se il tuo gestore opera in questi paesi. Per questo motivo, quella sulle garanzie sui dati personali e sulla privacy, è una nostra battaglia (nostra, intendo, della Slc di Catania) già dal lontano 2007. 

Torniamo ai problemi dei lavoratori, alle delocalizzazioni. Il governo ha raccolto le vostre sollecitazioni?
Purtroppo il governo continua a giocare a ping pong con il pane delle persone, rimpalla continuamente il problema da un ministero all’altro. Un atteggiamento che al momento non ha portato a nulla di fatto, in particolare per quanto riguarda la difesa dei livelli occupazionali, cioè dei posti di lavoro.

Cosa potrebbero fare le istituzioni?
Potrebbero intervenire su due aspetti decisivi: le cosiddette gare al massimo ribasso e una normativa sui cambi d’appalto. In entrambi i casi il problema è uno: non esistono regole, è la giungla. Faccio solo un esempio: se io ho un call center in Romania e partecipo ad una gara per ottenere una commessa pubblica qua in Italia, posso farlo contando sul gap competitivo che c’è tra me che ho il call center a Bucarest e un’azienda che opera in Italia. Io, grazie alle condizioni contrattuali e normative che ho in Romania posso partecipare alle gare offrendo anche il 40% in meno rispetto ai miei competitori italiani. A quel punto non c’è partita. Vince chi sfrutta di più i lavoratori.

E per quanto riguarda i cambi d’appalto?
Lì dovrebbe essere introdotto innanzitutto un principio e cioè che il lavoratore segue il lavoro. Se la mia azienda chiude e la commessa va ad un altro io, lavoratore, non devo finire sulla strada ma devo poter continuare a lavorare nella nuova azienda.

Qual è la situazione a Catania?
Per fortuna, al momento, in controtendenza rispetto al trend nazionale. I grossi operatori non licenziano. Ad Almaviva addirittura, grazie al lavoro dei nostri rappresentanti sindacali, l’occupazione è aumentata dal 2010 ad oggi di oltre 500 unità, passando da 770 a 1200 occupati. Ah, un’ultima cosa…

Prego…
Ai nostri rappresentanti sindacali voglio fare i miei migliori auguri. Lunedì, ad Almaviva, si terranno le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali. Sono certo che i lavoratori premieranno l’impegno di questi anni e, soprattutto, la capacità di guardare avanti dei nostri rappresentanti sindacali. Sono certo che i lavoratori voteranno i nostri candidati, i candidati della Slc Cgil.

 


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