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Economia, Catania: “battesimo” per “Mediterraneo Sicilia Europa-Progetto Maurizio Caserta”
Pubblicato il 17 Giugno 2016
“Se l’Europa e l’Italia devono avere un futuro, non possono che averlo con e nel Mediterraneo. L’idea di fare del Mediterraneo una barriera, anche solo mentale, è un’idea suicida. Per questo è un bene che nascano iniziative come questa promossa da Maurizio Caserta”.
E ancora.
“L’Unione Europea ha le risorse per rispondere con successo alle sfide presenti?La mia risposta è sì, a condizione che si sappiano valorizzare risorse ancora non adeguatamente utilizzate così come i suoi territori-ponte, e tra queste c’è certamente la Sicilia. Ecco perché sono importanti le energie che riescono a sprigionare menti di siciliani come Caserta”.
Parole di Lucio Caracciolo e Alberto Martinelli. Il direttore della rivistaLimes e il presidente dell’International Science Council, e professore emerito all’Università Statale di Milano, si sono schierati senza esitazione accanto all’economista catanese fin dal primo istante. Fin da quando Maurizio Caserta ha esposto loro la sua nuova visione. I due intellettuali l’altro ieri pomeriggio hanno tenuto a battesimo “Mediterraneo Sicilia Europa-Progetto Maurizio Caserta”, l’associazione no profit fondata insieme con Emma Averna, Sofia Di Maria Santuccio e Aldo Premoli. Lo spirito del progetto è sintetizzato nel libro “Mediterraneo Sicilia Europa. Un modello per l’unità europea” scritto dal professore ordinario di Economia Politica dell’Università di Catania insieme con Aldo Premoli ed edito dalla Malcor D’edizione.
Una folla attenta, più di 200 persone, ha voluto essere presente fino all’ultimo istante dell’incontro nonostante non vi fossero più posti a sedere. Ai rappresentanti di associazioni impegnate nel sociale, professionisti e cittadini che hanno affollato la sala dello Sheraton Catania che ha ospitato l’evento è stata rivelata la nuova scommessa sulla quale punta con determinazione Caserta, tanto da darle il suo nome e cognome.
Una scommessa che incuriosisce anche esponenti istituzionali così copme il presidente del Tribunale di Catania Bruno Di Marco e politici di tutti gli schieramenti, da Raffaele Stancanelli a Matteo Iannitti, presenti insieme con, fra gli altri, il vicepresidente del Consiglio Comunale di Catania Sebastiano Arcidiacono, Andrea Vecchio e leader catanesi di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti.
“Noi crediamo che l’Europa sia la nostra casa. Ma vogliamo sentirci a casa. Per sentirsi a casa occorre dare un contributo – spiega Caserta – Crediamo che la Sicilia sia nelle condizioni di dare un contributo alla costruzione di una nuova casa comune europea. Questa casa deve essere aperta ma sicura; multiculturale ma una forte identità; libera ma solidale. E deve anche trovare un nuovo ruolo nel mondo che cambia. Questo nuovo ruolo deve essere disegnato, innanzitutto, a partire dall’economia. E quindi a partire dalle risorse che l’Europa possiede: una forte tradizione manifatturiera; una forte propensione all’innovazione; una competenza nel fattore umano. Non è un caso che l’Europa abbia dichiarato, ormai da un po’, di voler essere l’economia della conoscenza più competitiva al mondo. La conoscenza è la più alta attività umana. Ci piace l’idea che l’Europa voglia collocarsi su un livello così alto”.
“Mediterraneo, Sicilia, Europa-Progetto Maurizio Caserta” sceglie la Sicilia come punto di partenza per lo svolgimento di tutte le sue attività ispirate ai principi di mutualità, democraticità, spirito comunitario, interazione e integrazione sociale. L’associazione, esattamente, si prefigge di contribuire al superamento delle discriminazioni di razza, censo, cultura, religione e orientamento sessuale attraverso la creazione di corsi, stage, laboratori, centri studio, seminari, convegni, conferenze, concorsi, eventi e mostre. Ma non basta. Spazio anche alle produzioni editoriali, atti di convegni, materiali audio, video e di altra forma di comunicazione atta a formare individui capaci di inserirsi e competere nella società contemporanea.
“Cosa c’entra la Sicilia in tutto questo? La Sicilia è un territorio ricco ma con pochi redditi – continua l’economista – La sua povertà relativa non ha quindi a che fare con la scarsità di risorse; è piuttosto il risultato di un cattivo uso del fattore umano. Gli economisti, da diverso tempo ormai, hanno rivolto la loro attenzione alle istituzioni, alle regole e alla cultura, ritenendo che le cattive performance economiche siano spesso il risultato di cattive costruzioni umane, come le istituzioni e la cultura”.
“È proprio nelle cattive istituzioni che risiede la responsabilità del lento sviluppo siciliano – denuncia Caserta – Una cattiva pratica politica, ossia la pratica di cercare il voto con favori in denaro o di altro tipo, ha permesso la formazione di una élite politica locale che ha scambiato voti con protezione, una protezione da ricevere dalle élite politiche nazionali. A loro volta le élite politiche locali hanno fatto accordi con le élite economiche locali, ricevendo voti e denaro in cambio di politiche ad esse favorevoli. Ciò ha messo in secondo piano politiche volte al rafforzamento della base produttiva, materiale ed immateriale, in quanto poco utili ed efficaci per la raccolta del consenso”.
“Un’ associazione costruita attorno a Caserta per fare che? – interviene Aldo Premoli – Per passare dalla teoria alla pratica, dallo sdegno verso la politica dei politicanti, dallo shock che provocano in tutti alcune situazioni che stiamo vivendo in questo scorcio storico in questa Terra insieme dimenticata e unica che è la Sicilia all’azione. Per passare insomma alla costruzione di qualcosa che speriamo buono e incisivo”.
“C’è chi di certo qualcuno che si starà chiedendo se siamo anche un soggetto politico. Certamente sì – continua il giornalista e scrittore milanese da tempo trapianto in Sicilia – Ma nel senso più alto e più ampio che la parola “politica” porta con sé. L’obbiettivo di Mediterraneo Sicilia Europa-Progetto Maurizio Caserta è quello di entrare a far parte di una competizione più ampiarispetto a quella a cui fanno riferimento la politica tradizionale e le funzioni della pubblica amministrazione”.
“C’è bisogno di una élite siciliana, che includa tutti i siciliani, che competa con le altre élite europee nella ricerca delle soluzioni comuni – conclude con entusiasmo Caserta – Questa élite non è difficile da creare perché una delle risorse siciliane è proprio la competenza nel fattore umano. La sua storia antica e recente serve a testimoniarlo. Ossia la capacità di relazione e di accoglienza. Oggi quella capacità di relazione va usata per costruire la economia della conoscenza più competitiva al mondo. Che è proprio l’obiettivo europeo di lungo termine. La Sicilia è un paradigma europeo. L’Europa è nota per la sua capacità di accogliere, di creare spazi di libertà, di lasciare spazio all’iniziativa dei singoli, di rispettare le differenze, di valorizzare i talenti. In questo quadro può svilupparsi quell’economia e quella società della conoscenza alla base del progetto europeo. La Sicilia ha tutte queste caratteristiche europee che sono state distorte nel tempo a vantaggio di accordi di potere tra élite locali e nazionali. È tempo di agire”.
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