Giorni fa abbiamo appreso dalla cronaca che la nostra città ha raggiunto e mantenuto saldamente il primato, nella quale si paga la tassa sui rifiuti più alta d’Italia. Questo primato va opportunamente segnalato, anche grazie agli abitanti di questa città (non tutti per fortuna) ce lo siamo scientemente guadagnato e “difeso” strenuamente. Questo problema è tale, […]
Economia…del campanile: Mare nostrum o Mare monstrum?
Pubblicato il 05 Luglio 2015
di Carlo Majorana Gravina
Il solito combinato-disposto tra campanilismo e ignoranza ha generato un sorprendente infiammato articolo in difesa dell’Autorità Portuale di Catania. Siamo oltre l’inutile disputa l’organo fa la funzione – la funzione fa l’organo, o prima: la città riceve poco dal mare; l’ente ha prodotto solo (o è stato occupato da) una nomenclatura apicale e funzionale dedita ai discorsi di borotalco (valido detergente per assorbire l’umidità). Si può andare avanti così? Questo non è un navigare a vista (la metafora è d’uopo), bensì è la scelta deliberata e scellerata di entrare nel banco di nebbia cercandone la più densa opacità.
Se si ventila di fare un’unica Autorità regionale in Sicilia, vuol dire che questi enti non hanno saputo fare il loro mestiere (forse nessuno l’ha capito e saputo spiegare); l’idea o minaccia, peraltro, è emblematicamente renziana ovverosia iperbolica paradossale e impraticabile. Perché non si guarda con intelligenza ai distretti marittimi disegnati dalla Marina Militare? Perché non si fanno puntuali opportune considerazioni e valutazioni sull’emergenza migranti che si abbatte sulle nostre coste?
La storia delle Autorità Portuali in Italia è molto… italiana, Catania tra loro; circostanze e modalità di attuazione della legge di “riordino” 84/94 pure. Noi, in particolare, abbiamo ripreso il falso articolo del Regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina del Regno delle Due Sicilie del 1841, applicandolo al quadrato:
«All’ordine Facite ‘a mmuina tutti chilli che stanno a prora vann’a poppa e chilli che stann’a poppa vann’a prora: chilli che stann’a dritta vann’a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’a bascio passanno tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà, s’arremeni a’cca e a’llà»
(All’ordine Fate la moina (fate finta), tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa e quelli a poppa vadano a prua;
quelli a dritta vadano a sinistra e quelli a sinistra vadano a dritta;
tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte, e quelli sul ponte scendano sottocoperta, passando tutti per lo stesso boccaporto;
chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là).
La recente visita del ministro Del Rio è sembrata un ammiccamento tra furbetti con generiche promesse-minacce; parodiando il grande Giacomo Leopardi “così tra tal bestialità s’annega il pensier mio / e naufragar m’angoscia in questo mare”, titolo L’infinito.
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