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Economia…della munnizza, Catania: Direzione Ecologia Bandi Mascariati e Appalti Comunali Turbati. E la raccolta dei rifiuti nei cassonetti “spenna” i catanesi
Pubblicato il 27 Giugno 2014
di Ignazio De Luca Iena Munnizzara
“Catania, appalti & milioni a gogò: piccioli pi’ tutti, per i belli e magari per i brutti!” Questo era il titolo,di una nostra inchiesta, pubblicata su LinkSicilia il 10 novembre 2013. In essa prendevamo in esame i bandi di tre appalti milionari gestiti dalla Direzione Ecologia Ambiente del Comune di Catania, tra il 2009 e il 2013.
Dimostravamo come almeno due dei tre bandi fossero stati “cuciti addosso” per essere aggiudicati ad un solo concorrente, inserendo nel bando stesso dei requisiti speciali appannaggio di un solo concorrente.
Abbiamo centrato il bersaglio sia per l’appalto di Puntese Diesel srl, con la perizia modificata,sia per quello di NovaEntra, dove avrebbero potuto partecipare strutture capaci di ospitare “almeno” 600 cani; in entrambi gli appalti, sebbene con ipotesi di reato differenti, è intervenuta la magistratura.
Vogliamo ritornare a parlare del terzo bando quello di 160 milioni di euro, al netto delle rivalutazioni Istat previste dal codice degli appalti, relativo alla raccolta e al trasporto dei rifiuti solidi urbani, aggiudicato alla IPI – OIKOS.
Diciamo subito, che quel bando approvato nel dicembre del 2008, mentre era dirigente all’Ecologia, il dottore Valerio Ferlito, nasce superato nelle sue linee guida, dalla direttiva europea 2008/98/CE.
Il Responsabile Unico del procedimento, dott. Marco Morabito, che redige il bando, non tiene conto della direttiva europea, contenente principi assolutamente innovativi in materia di rifiuti, che saranno pari, pari, recepiti dalla legge regionale n. 9 dell’otto aprile 2010.
La direttiva e la legge regionale, infatti, ritagliavano, già allora, un ruolo fondamentale alla raccolta differenziata, il solo modo per ridurre lo smaltimento in discarica, non a caso l’art. 1 della legge regionale recitava inequivocabilmente :”promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti, adottando in via prioritaria il sistema di raccolta porta a porta, favorire la riduzione dello smaltimento in discarica”, ovvero in controtendenza con il passato si sarebbe dovuto considerare il rifiuto non più come oggetto da sotterrare ma come risorsa da riutilizzare.
Il bando andava obbligatoriamente ritirato per adeguarlo alla normativa regionale sopravvenuta. Al contrario, l’ex dirigente della direzione ecologia dottoressa Li Destri, insediatasi a gennaio 2009, in concomitanza con la pubblicazione del bando all’Albo Pretorio, non lo modifica. E dire che avrebbe anche avuto l’appiglio burocratico giusto per fermare i giochi e ritirare il bando in netto contrasto con la legge regionale di settore.
Infatti era sorto un contenzioso sull’effettiva capacità tecnica di ciascuno dei partecipanti, invece, molto incautamente, l’ex dirigente Li Destri il 22 dicembre 2010, sembra inverosimile, proprio alla vigilia dell’antivigilia del Santo Natale. sottoscrive il contratto con la IPI – OIKOS, le cui clausole difformi con la legge regionale n. 9/2010, come vedremo procureranno, per ogni anno di esecuzione, un danno erariale di oltre sei milioni di euro.
Bisogna accennare che l’amministrazione Stancanelli, aveva nominato una commissione, con alto tasso di ” volatilità “, per affiancare la dirigente sulla regolarità del percorso amministrativo, ma evidentemente alcuni componenti della commissione, malgrado le criticità sopra elencate, forse per convenienza personale se non per effettiva ignoranza della normativa, si sono astenuti da ogni intervento e hanno lasciato fare.
Come mai la dirigente dottoressa Anna Maria Li Destri, a due anni dal suo insediamento a capo della direzione Ecologia non blocca, come era nei suoi doveri d’ufficio, l’iter amministrativo, iniziato dal suo predecessore dottore Ferlito, malgrado le intervenute novità normative, che il responsabile DEVE, senza discrezionalità applicare?
Nell’articolo del 10 novembre 2013, avevamo paventato che il lavoro impiegatizio del figlio presso la OIKOS, potrebbe essere stato determinante per l’inerzia della dirigente, anzi molto chiaramente affermavamo, che mediante una addizione matematica, la Li Destri, avrebbe volutamente favorito la OIKOS, in danno della Dusty Aimeri, nell’aggiudicazione. In questi mesi, però, abbiamo riflettuto e fatta qualche moltiplicazione, ci siamo trovati davanti a scenari più… vasti ed… elevati.
Premesso che un bando contiene le regole che la Pubblica Amministrazione fissa a tutela e garanzia della stessa amministrazione e della collettività che beneficerà del servizio erogato, il bando, però, a seconda dell’inserimento di certe clausole e requisiti può essere permeabile a nemmeno tante occulte pratiche illecite che la fanno franca sette volte su dieci.
Con i dati che abbiamo raccolto cercheremo di dimostrare che il bando per la raccolta dei rifiuti, andava doverosamente, ex art. 1 della l. r. 9 /2010, modificato proprio nella parte ormai obsoleta che violava la normativa relativa alla raccolta differenziata .
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, nello studio annuale 2013 ha calcolato che nei capoluoghi Siciliani, la produzione giornaliera pro capite di rifiuto è di kg 1.300. Tranne che a Catania . A Catania, invece, in contro tendenza, il rifiuto pro capite giornaliero è di 2 kg; ben 700 grammi in più rispetto alle altre città Siciliane.
Ma come è possibile? Tutta colpa dei cassonetti! Si proprio i giurassici contenitori di qualsiasi tipo di rifiuto.
Il sistema di raccolta del rifiuto nei cassonetti, non solo è ormai anacronistico, ma si presta anche ad agevolare pratiche di conferimento illegali e penalmente rilevanti. Il cassonetto è ricettacolo di qualsiasi tipo di rifiuto, inerte, inquinante, tossico, e tutto viene conferito in discarica.
Chiunque abiti nei comuni limitrofi di Catania può agevolmente depositare sia il “sacchetto”, con il rifiuto giornaliero che qualunque altra cosa di cui volesse disfarsi con celerità, negli accoglienti cassonetti catanesi. I conferimenti di materiali abusivi uniti al deposito nei cassonetti dei rifiuti dei cittadini limitrofi, fanno la differenza di 700 grammi di rifiuto pro capite in più, rispetto agli altri capoluoghi.
Ne discende che i 700 grammi giornalieri di rifiuto pro capite in più, aggravano per oltre sei milioni di euro i costi di conferimento in discarica per il comune di Catania, per ogni anno solare, infatti: 700gr. X 294.000 abitanti = 205.800.000 tonnellate X 365 giorni X 84 euro a tonnellata per il conferimento in discarica sommano 6.309.828.000 di euro, che moltiplicato per i 4 anni (2011 – 2014) da quando il sistema obsoleto dei cassonetti è in vigore, ci dice che il comune di Catania, anzi i catanesi hanno sprecato risorse per oltre 25 milioni di euro, con l’utilizzo dei cassonetti.
Cosa fare per recuperare, almeno in parte, questo enorme spreco di risorse ?Queste regole così come sono state impostate avranno validità fino a tutto febbraio 2016. L’amministrazione Bianco con questi dati così penalizzanti potrebbe rinegoziare con l’aggiudicatario Ipi – OIKOS le clausole più onerose.
Cominciare a togliere i cassonetti è il punto di partenza. Il servizio per il 75 % è appaltato alla IPI OIKOS e per il 25% gestito direttamente dal comune.
Si potrebbe provare a fare il porta a porta per la zona centro gestita dal comune e per un altro 25 % gestito dall’Ipi OIKOS. Sarebbero le municipalità di riferimento a sovrintendere e coordinare il servizio di raccolta così rimodulato. I benefici, col minor conferimento in discarica, e le immediate nuove opportunità occupazionali, sarebbero, nel breve periodo, assolutamente straordinarie e fungerebbero da volano per la ripresa economica da anni annunciata ma ancora non pervenuta.
Gioverebbe anche come rodaggio per il futuro servizio di raccolta.
Ritornando all’inizio sulle motivazioni che indussero l’ex dirigente a non modificare il bando, in contrasto con la nuova tendenza di considerare il rifiuto una risorsa e non qualcosa da interrare. Possiamo fare solo delle ipotesi. Scarsa lungimiranza? Forse sarebbe stato troppo faticoso adeguare la normativa? O piuttosto nella consapevolezza che i rifiuti del catanese, sarebbero stati conferiti in un I. M. T. B., ovvero Impianto Meccanico di Trattamento Biologico, in località Coda Volpe, gestito dalla Sicula Trasporti, forse si chiuse un occhio? Per carità si parla di un impianto modello, cui nulla si può contestare, ma qualcuno dovrà spiegare, magari nelle sedi opportune, uno spreco di risorse pubbliche pari a 25 milioni di euro per trasferirli in regalia ad un privato, tutto ciò per la mancata modifica del bando, ormai obsoleto e in contrasto con la legge regionale e la normativa europea.
Stiamo per concludere questa riflessione, con una considerazione. In tema di rifiuti, quasi come riflesso condizionato, chiunque associa il rifiuto alla OIKOS, che su Catania si limita a raccogliere e spazzare il 75% della città oltre i ricavi provenienti dalla differenziata (cartone, plastica, vetro, lattine) e il contributo Conai, a detrarre i costi per il conferimento in discarica dei materiali ingombranti.
Queste erano le regole, penalizzanti per il Comune, contenute nel bando, che ripeteremo,fino alla noia, andava ritirato perché in contrasto, con la sopravvenuta legge regionale. La OIKOS esce di scena nel momento,che il rifiuto viene conferito in discarica.
Qui il rifiuto viene trattato dalla Sicula Trasporti, cui il Comune paga 84 euro per ogni tonnellata di “munnizza”.
Ben si comprende che il vigente sistema di raccolta e smaltimento rifiuti, inventato dagli scienziati della direzione ecologia è una vera fortuna per la Sicula Trasporti. Succede come detto che il cassonetto sia il principale responsabile del maggior conferimento in discarica, orbene più rifiuto arriva in discarica alla Sicula Trasporti e più alti sono i guadagni. Non solo, ma attraverso il trattamento meccanico biologico il tradizionale sotterramento del rifiuto si è ridotto di molto. Così succede che la Sicula Trasporti guadagni due volte: arriva maggiore rifiuto di quello che dovrebbe arrivare e poi col trattamento questo viene trasformato per essere riammesso nel ciclo produttivo rivendendolo. Un mega affare di centinaia di milioni di euro con la materia prima consegnata in porto franco e a domicilio.
Ci chiediamo infine, sperando che qualcuno prima o poi potrà spiegarci; non riusciamo a capacitarci, come mai funzionari della direzione ecologia in quiescenza ed esterni a contratto della stessa direzione, con oltre 15 anni di collaborazione con l’amministrazione comunale, declinando il rinnovo contrattuale proposto dall’amministrazione Bianco, abbiano beneficiato di confortevoli e molto ben remunerati contratti presso la Sicula Trasporti? Forse che in ipotesi c’è un canale privilegiato per “sbarcare” funzionari e dirigenti, armi e bagagli dalla Direzione Ecologia alla Sicula Trasporti?
Crediamo di porre interrogativi legittimi, in questo bando della raccolta rifiuti, come negli altri due, Puntese Diesel e NovaEntra, non si applica la normativa di riferimento o mediante inerzia o correttivi, i dirigenti la piegano a interessi privati, causando enorme spreco di pubbliche risorse e conseguente danno erariale.
Nulla di personale! Noi leggiamo e valutiamo atti amministrativi che riteniamo siano applicati dai dirigenti comunali in modo non conforme alla legge.
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