ECONOMIA E BANCHE: PICCOLE IMPRESE E CONSUMATORI IN DIFFICOLTA’. LA LEGGE 3 DEL 27 GENNAIO 2012 ARRIVA IN SOCCORSO

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di ignazio de luca

Interessante convegno nella sala delle adunanze della Camera di Commercio di Catania: “crisi da sovra indebitamento: c’è un rimedio?” -organizzato da Confcommercio Imprese per l’Italia di Catania. La recente legge n. 3 del 27 gennaio 2012 è la risposta che il governo ha voluto dare per alleggerire imprese e consumatori, almeno in parte, dalla crisi congiunturale che ormai da anni falcidia famiglie e piccole aziende.

Lo strumento legislativo nuovo e poco conosciuto e ancora poco applicato, anche per la mancanza del regolamento attuativo. La legge, che dovrebbe essere applicata da organismi pubblici è invece affidata all’intraprendenza degli studi professionali privati.

La legge come ha ben illustrato il professore Concetto Costa, ordinario di diritto commerciale e docente di diritto fallimentare Università di Catania, prevede il “taglio” di parte dei debiti:

A) soggetti non fallibili imprenditori, professionisti e associazioni, che non possano accedere al concordato preventivo, perché non si prevede per queste tipologie d’impresa la procedura fallimentare.
Occorre che almeno il 60%dei creditori dia l’assenso.
Il nome che la legge prevede per questa ipotesi “A” è “Accordo”.

B) la seconda categoria cui la legge 3/2012, si rivolge sono i consumatori.
Nessuna percentuale di assenso è prevista per i creditori.
A questa tipologia la legge assegna il nome di “Piano”. Del “Piano”non possono essere oggetto di decurtazione oneri come gli alimenti e i debiti tributari che possono essere solo rateizzati, anche fino 10 anni al 2% d’interesse.

La presidente della sesta sezione civile del Tribunale di Catania, relatrice del convegno, Maria Rosaria Carmela Acagnino, tra le prime in Italia ad aver omologato con decreto della sezione presieduta, il “piano volontario di ristrutturazione del debito” di due famiglie catanesi sopraffatte da rate e interessi, riconoscendo l’indebitamento incolpevole delle famiglia.

Alla dottoressa Acagnino abbiamo posto due domande :
a) nel caso di famiglia monoreddito, e licenziamento del lavoratore, quali le
    garanzie da prestare per il “Piano”?
b) in che misura percentuale si tagliano i debiti?

La dottoressa Acagnino ha risposto: “riguardo la percentuale di ristrutturazione del debito, attualmente siamo al 60%. Invece per le garanzie bisogna vedere caso per caso, certo,nel caso di mono reddito è complicato, perché comunque occorre trovare almeno una fideiussione, oppure nel caso di mutuo ipotecario ‘allungarlo’ per garantire il creditore”.

 

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Redazione Iene Siciliane

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