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Economia…”oleata”, Maltauro, gli affari in Sicilia, le mazzette 2008 e…l’angoscia di una certa classe politica siciliana?
Pubblicato il 18 Giugno 2014
Nord chiama Sud, Sud chiama Nord…
di Ignazio De Luca Iena della storia
Tutti i maggiori organi di informazione nazionale si sono affannati, nelle ultime settimane, a chiosare la “meglio”notizia sulla Maltauro Costruzioni, invece, tranne Sud a livello locale, nessuno ha pensato di dedicare qualche rigo ad un’impresa che nella Sicilia orientale ha avuto assegnati decine di milioni di euro di appalti pubblici e privati, a Catania, a Lentini, a Belpasso, in associazione con il solito noto gruppo editoriale: non ci stupiamo dunque se “La Sicilia”non abbia scritto un solo rigo, ma la rigogliosissima informazione telematica? Non pervenuta!
Noi poveri, piccoli, brutti e amorali, abbiamo da raccontare qualcosa sul gruppo vicentino per questo, chi è interessato, legga sotto.
Ci voleva l’Expó 2015 di Milano per scoprire che la Maltauro obbediva alla regola della mazzetta? La notizia riportata dall’agenzia Ansa “il caso Maltauro esplode a Catania” ha posto in fibrillazione numerose componenti siciliane, specialmente perché è corsa voce che il costruttore veneto avesse ottenuto gli arresti domiciliari, subito dopo essere stato interrogato dai magistrati catanesi.
Solo una coincidenza temporale: infatti, i magistrati milanesi titolari dell’inchiesta, appena tre giorni prima, avevano negato la misura cautelare domiciliare, solo perché Maltauro non aveva indicato un domicilio confacente.
La concessione dei domiciliari comunque, non lascerà molto tranquilli taluni, anche quei politici che potrebbero aver fatto affari con Enrico Maltauro?
Il metodo corruttivo proprio della Maltauro era già noto alla Procura catanese fin dal 2008, quando intercettava un bonifico bancario all’ingegnere Giuseppe Chiofalo, allora capo della segreteria tecnica del sottosegretario ai trasporti Raffaele Gentile.
Il potente costruttore avrebbe corrisposto al professionista messinese, si legge nell’ordinanza di rinvio a giudizio, “una somma di denaro su un conto corrente appositamente aperto dal Chiofalo a nome del centro studi Cetras, quale prezzo della disponibilità del Chiofalo a favorire il gruppo Maltauro”.
Lo stuolo di avvocati della Maltauro Costruzioni ha chiesto e ottenuto, essendosi la corruzione in ipotesi consumata a Messina, che il processo si svolgesse davanti al Tribunale dello Stretto.
È evidente che la Procura catanese ben sei anni prima rispetto a quella milanese aveva già scoperto il “mazzettificio”Maltauro. Almeno ci riferiamo all’ipotesi dell’Accusa.
Giova raccontare per la cronaca, che durante il periodo che la dottoressa Cancellieri ha svolto le funzioni di Prefetto a Vicenza, i rapporti d’amicizia con Enrico Maltauro, sono stati di altissimo livello. Nota di cronaca, lo ribadiamo, nulla di più.
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