Bilancio di un incontro interessante….
Modelli di sviluppo vincenti e “best pratice” da applicare anche in Sicilia. Emergono solo proposte concrete dal convegno “Lo sviluppo del Real Estate turistico nel sud Italia, quale futuro? Confronto tra pubblico e privato”, ospitato alla Baia Verde di Acicastello. A partire dalle linee guida tracciate – chiudendo i lavori – da Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. (Gestione fiere): ” Occorre fare sistema e mettere a frutto le esperienze di successo” .L’iniziativa è stata promossa da Compagnia delle Opere Sicilia Orientale e Eire (Expo Italia Real Estate) che tornano nuovamente a collaborare in sinergia a distanza di quatto mesi dal meeting sulle prospettive di sviluppo dell’housing sociale in Sicilia. “L’imprenditore – continua Intiglietta – deve anche credere nelle proprie intuizioni e assumersi il rischi di valorizzazione del patrimonio immobiliare in campo turistico, intervenendo in quei territori che offrono un humus migliore. A partire partner istituzionali disposti a collaborare concretamente”.Il sindaco Enzo Bianco, dal suo insediamento sensibile alle istanze di Compagnia delle Opere, è intervenuto sull’efficacia della cooperazione negli enti locali: “il concetto di distretto che stiamo portando avanti come ente locali può essere esteso anche alla gestione del patrimonio immobiliare nel settore turistico. Bisogna migliorare la capacità di accoglienza, in questo campo le potenzialità sono enormi e, allo stesse tempo, i rischi alti. Occorre creare un dialogo vero, elaborare progettualità serie, e instaurare un confronto produttivo su temi veri e reali”.Anche Carlo Saggio, presidente di Cdo Sicilia Orientale, ribadisce l’importanza della concertazione: “iniziamo quest’oggi un percorso importante, basato sul confronto e sulla presa di consapevolezza che la strada dello sviluppo e della crescita passa anche dalla valorizzazione delle risorse immobiliari e dal turismo. In una terra come la Sicilia dotata di un patrimonio artistico e monumentale senza rivali”.Nico Torrisi, presidente di FederAlberghi e componente del Consiglio direttivo di Cdo, coordinando il dibattito ha offerto numerosi spunti di riflessione arricchendolo, allo stesso tempo, con esperienze dirette. “Occorre interpretare gli investimenti di successo adattali alla nostra terra. Tenendo conto, però, che ancora oggi paghiamo un deficit infrastrutturale che insieme ad un quadro normativo frastagliato ci penalizza molto”.Hotel diffusi, resort integrati, città d’arte, destinazione golf e miglioramento delle strutture ricettive. Queste i cinque i modelli di sviluppo proposti da Emilio Valdameri presidente di Progetto turismo. “Bisogna concentrare gli sforzi verso obiettivi concreti, da centrare nel medio termine e che non richiedano grandi investimenti. Insomma, veri e propri modelli di crescita che chiedere vengano presi in considerazione e valorizzati nell’ambito dei fondi Por 2007-2013″.Salvino Signorello (consulente dell’Eire) e Guido Castellini (responsabile sviluppo Italia Turismo) si sono soffermati sui punti debolezza del sistema turistico siciliano. ” Servono – dicono all’unisono – iter urbanistici con tempi certi e definitivi, senza i quali è difficoltoso attrarre investimenti esteri nel campo del real estate”. Contesto che non è certo favorito da un quadro normativo regionale farraginoso. Santo Sciuto direttore territoriale Sicilia est del Credito Siciliano ha accesso i riflettori sulle enormi opportunità rappresentate dai fondi strutturali europei 2014-2020.
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