Economia, sciopero nazionale di otto ore nelle telecomunicazioni: Catania, citta’ “a rischio”

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Tanti lavoratori al sit in davanti alla sede di Confindustria…

a cura di iena sindacale

Anche a Catania -informa la Cgil- l’adesione allo sciopero nazionale di otto ore proclamato oggi da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil com Uil, Ugl Comunicazioni, per tutti i lavoratori del comparto telecomunicazioni, è stata massiccia, con punte di totale astensione in molte aziende. Lo sciopero è stato proclamato per protestare contro il mancato rinnovo del contratto collettivo e sono state indette manifestazioni in tutta Italia, ma la città di Catania rimane la vera e propria capitale dei call center presso i quali sono occupati, nelle diverse articolazioni, quasi 10.000 lavoratori. Stamattina è stato organizzato dalle sigle sindacali di categoria un sit-in (nella foto) dalle per l’intera mattinata sotto i locali di Confindustria Catania di Viale Vittorio Veneto. I lavoratori sono stati ricevuti anche dal direttore di Confindustria, Alfio Vinci.

“Catania è il territorio che rischia più di altri- sottolineano il segretario confederale della Cgil, Giovanni Pistorio, e il segretario generale della Slc, Davide Foti- prima di tutto a causa delle troppe delocalizzazioni all’estero e dei continui trasferimenti da un’azienda all’altra. E’ importante che venga applicata una clausola di salvaguardia che permetterebbe agli sfortunati lavoratori che perdono il lavoro, di seguire il destino della commessa presso altre aziende. La difficoltà del comparto è forte e a livello nazionale sono già scattati provvedimenti di cassa integrazione e di mobilità che temiamo possano verificarsi anche a Catania. In più, sono venuti meno i benefici previsti dalla legge per le aziende, che ora dovranno confrontarsi con un mercato sempre più difficile ed agguerrito. Sarebbe, infine, il caso di fare importanti modifiche a tutela dei lavoratori anche in sede di appalto”.Informa la Cisl che a Catania, il rinnovo riguarda circa 10mila addetti.La Fistel Cisl tramite i suoi rappresentanti sindacali ha manifestato con forza a Confindustria catanese lo stato di disagio dei lavoratori che operano nella provincia etnea.“Il mancato rinnovo del contratto nazionale – dichiarano Antonio D’Amico e Giovanni Cristofaro della Fistel Cisl Catania – non permette stabilità nel settore anzi determina un continuo precariato; le continue minacce di delocalizzazione del lavoro sia verso l’estero sia verso call center di altre categorie non per demerito dei lavoratori ma solo per aumentare i profitti delle l’imprese, non è ammissibile e non consente soprattutto ai giovani un futuro stabile e la concretizzazione dei loro obiettivi di vita familiare”.“La Fistel – concludono D’Amico e Cristofaro – ribadisce la necessità di inserire nel contratto le clausole di salvaguardia sociale per i lavoratori oggetto di esternalizzazioni, si dichiara contraria alla creazione di un contratto di serie B per i call center e le aziende in sub appalto, ribadisce la propria indisponibilità a barattare dignità e diritti per qualche euro di aumento”.

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Redazione Iene Siciliane

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