ecco il comunicato finale:
“La conferenza stampa di oggi vuole entrare nel merito rispetto a quanto affermato in questi giorni.
Perché non ci interessa la caciara, non vogliamo che si minimizzi o che la si butti in politica, allo scontro tra persone o gruppi di potere.
La domanda è una sola: i falsi ci sono o non ci sono?
Tutto qui.
La Confcommercio ha sostenuto che i falsi sono anche da noi. Non è vero e lo dimostreremo subito dopo. Ma se anche fosse vero ciò non potrebbe essere accettato quasi fosse un fatto di costume o peggio un pareggio, 1 a 1, palla al centro.
Noi non la pensiamo cosi.
Perché sarebbe come dire che se tutti rubassero rubare non costituirebbe più reato.
Noi riteniamo che se qualcuno ha sbagliato questo debba emergere, dall’una e dall’altra parte.
Se fosse vero che ci sono falsi anche da noi non potrebbe che essere un motivo in più per rivedere l’intera procedura e i sistemi di controllo.
Se non fosse vero, e non è vero, sarebbe solo il tentativo di sviare l’attenzione dai falsi veri, e quindi a maggior ragione va rivista la procedura.
Confcommercio ha sostenuto che anche il nostro apparentamento avrebbe prodotto false dichiarazioni, citando due associazioni artigiane che hanno avuto tagliate 3.800 imprese e facendo intendere che ciò fosse avvenuto perché false.
Perché sono state tagliate (indebitamente) queste 3.800 imprese artigiane?
Semplicemente perché la procedura adottata ha reso impossibile la presentazione degli elementi giustificativi. Perché il famigerato controllo del 100% degli iscritti è stato applicato solo ad alcune associazioni (si, proprio così, solo ad alcune) con modalità che non hanno permesso la presentazione della relativa documentazione. Assegnando, inspiegabilmente e contro ogni logica, solo 5 giorni consecutivi per presentare la documentazione relativa a migliaia e migliaia di imprese quando invece ne erano stati assegnati 21 lavorativi per produrre la documentazione relativa a qualche centinaio di imprese. Quindi nessun falso, anzi, un danneggiamento ulteriore. Ma di queste cose se ne occuperà la Magistratura.
Noi invece desideriamo avere risposta sul fatto che su un campione minimo di imprese (meno di 600) tra quelle dichiarate da più associazioni (duplicate, triplicate, quadruplicate ed in un caso addirittura quintuplicate) abbiamo riscontrato quasi un centinaio di falsi rispetto ai quali abbiamo prodotto le relative dichiarazioni dei titolari delle imprese che hanno disconosciuto le adesioni alle associazioni che le avevano dichiarate.
E che una analisi sulle imprese con un elevato numero di dipendenti (che si sa, a Catania purtroppo sono poche) abbiamo riscontrato un numero elevatissimo di dichiarazioni di disconoscimento delle adesioni da parte dei titolari.
Solo 9 di queste grandi imprese, tra le quali due pubbliche, valgono 3.784 addetti. Un numero enorme considerato il peso che hanno gli addetti nella procedura.
E sono in corso ulteriori indagini difensive che stanno rafforzando questo quadro.
Qual è la risposta rispetto a questi fatti documentati e inequivocabili?
Si può sostenere candidamente la tesi (non vera) del così fanno tutti? O le associazioni, spesso critiche nei confronti della politica e con piglio moralizzatrice, devono uniformarsi ai metodi che contestano?
E allora noi chiediamo di entrare nel merito e di potere partecipare ad una procedura con regole rigorose e capaci di garantire la legalità. A prescindere. Perché lo dobbiamo alle imprese che rappresentiamo.
Poi c’è lo scenario più generale. Si vogliono rivedere gli accorpamenti? Noi siamo stati convinti sostenitori della Camera del Sud-Est. La legge Madia permette di rivedere tali scelte? Disponibili a confrontarci. Risponderebbe anche ad un principio di valorizzazione del territorio e alle istanze che dal territorio sono emerse. E forse potrebbe essere anche il modo per superare lo stallo attuale e riprendere la corretta dialettica tra le associazioni, al di la delle posizioni attuali e degli attori che le ispirano. L’importante è che qualunque strada si scelga sia sostenuta dal territorio e caratterizzata da procedure trasparenti e rigorose”.
C.N.A. Provinciale Catania
C.N.A. Provinciale Siracusa
C.N.A. Provinciale Ragusa
CONFESERCENTI Provinciale Siracusa
SICILIA IMPRESA Siracusa
SICILIA IMPRESA Catania
SICILIA IMPRESA Ragusa
CONFARTIGIANATO Catania
CONFARTIGIANATO Siracusa
CONFARTIGIANATO Ragusa
CLAAI Catania
CLAAI Siracusa
CLAAI Ragusa
LEGA COOPERATIVE E MUTUE Catania
LEGA COOPERATIVE E MUTUE Ragusa Siracusa
ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE (AGCI) Catania
ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE (AGCI) Siracusa
ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE (AGCI) Ragusa
CONFCOOPERATIVE sedi di Catania, Ragusa e Siracusa
Unicoop Catania
Confimpresa Catania
Coop. Agri . Catania
Coop. Agri. Siracusa
Federcoltivatori Siracusa
Confagricoltura Siracusa
Territorio Protagonista 2016.”
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