di Iena digitale
Il gruppo Ciancio è come il Titanic, dirigenti e responsabili continuano a godere dei privilegi, mentre decine di dipendenti sono stati costretti a subire la riduzione dello stipendio e altri ancora sono stati licenziati. Per non parlare degli operatori di ripresa free lance, malpagati e creditori. E dalle voci che circolano il peggio deve ancora arrivare. Notizie, non confermate, di accorpamenti, cessioni o chiusura, si rincorrono da tempo. Sarà vero? Intanto si è proceduto ad un trasloco di dipendenti (quelli di Telecolor) i quali sono stati letteralmente stipati nello storico palazzo del quotidiano La Sicilia. Sarà forse un modo per fargli rendere conto che molti sono di troppo? A breve, si dice, accadrà la stessa cosa anche con la redazione di Telecolor. L’operazione potrebbe essere il primo passo per unificare le redazioni delle due importanti redazioni, quella di Antenna e quella di Telecolor, e metterle nelle mani della direttora, la quale pare stia facendo vedere i sorci verdi ad assunti e collaboratori. Ma saranno solo malelingue! Si sa: “u cutticchiu a Catania si feti”.Per il gruppo Ciancio è un periodo nero: La pubblicità ha avuto un calo vertiginoso e l’emorragia di clienti non accenna a diminuire e investe tutti i mezzi: radio, tv, giornale e cartellonistica. Una crisi senza precedenti che preoccupa il grande vecchio. In tutta questa situazione alcuni privilegiati continuano a godere dell’auto di servizio, con tanto di carburante pagato da Ciancio, di orari extra elastici e settimana corta, del telefono aziendale e, si dice, anche dei buoni pasto. Insomma nel gruppo Ciancio c’è chi è già annegato, chi è con l’acqua alla gola e chi invece continua a far festa. Pensionati ancora occupati e giovani con contratti precari. Alla faccia della crisi! Voci non confermate, però, dicono che Ciancio abbia chiesto ad un personaggio esterno di verificare lo stato di salute del gruppo e trovare soluzioni. Sarà vero? Si taglieranno i rami secchi?E a proposito di crisi a fine mese chiuderà Tele D. A quanto pare si fermerà solo l’informazione. La decisione sarebbe legata alla minore visibilità dopo il passaggio al digitale terrestre, al calo della pubblicità e alla mancanza di provvedimenti regionali per il sostegno all’editoria. Tutto ciò a ruota potrebbe fare altre vittime, piccole e grandi, anche alla luce della riassegnazione delle frequenze prevista tra alcuni mesi. Per il resto tutta l’editoria catanese è in grande sofferenza. Lo sono radio e tv, lo sono anche i giornali on-line che, salvo i beneficiati dal “Sistema Giacchetto”, risentono della mancanza di pubblicità.
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