Editoria, “Cianfrusaglie d’amore e d’odio”: Francesco Marchese presenta il suo libro alla Capitale


Pubblicato il 04 Marzo 2015

A Roma, alla Galleria d’arte Vittoria di Via Margutta, nel rione Campo Marzio, il 13 febbraio, è stato presentato il libro di Francesco Marchese “Cianfrusaglie d’amore e d’odio” edito da Armando Siciliano Editore.

In una location d’eccezione che sfoggiava dipinti e fotografie d’arte, si sentivano i profumi di Sicilia. Per qualche attimo gli intervenuti, romani e non, sono stati rapiti dal romanzo giallo che narra le vicende di un ispettore di polizia che lotta contro le ingiustizie, contro i malfattori della vita, impregnandosi di forti sentimenti ed emozioni, catapultati in un’eruzione di lava incandescente di cui il racconto di Francesco Marchese ne è colmo.

L’editore è intervenuto per raccontare che il personaggio di questa storia esiste, come esistono i mafiosi che lo hanno minacciato, come esiste ogni sentimento e passione che l’autore ha trascritto nelle sue “Cianfrusaglie d’amore e d’odio”.

Non sono mancati gli aneddoti dell’autore sulla drammatica situazione che attanaglia i siciliani lavoratori e laboriosi, ricordando, dagli ultimi fatti di cronaca romana, che la mafia non è solo in Sicilia. L’autore, infine, che si definisce, con un po’ di vanteria, catanese ai piedi dell’Etna, invita tutti a visitare la sua bella isola piena di tradizioni, mare e sole.

 COSA HANNO SCRITTO DEL ROMANZO

Un giallo d’autore che ricorda i Chandler, gli Stout ed i tanti altri della narrativa americana del Novecento, ma con un’ambientazione prettamente siciliana e con la condivisione di valori ritenuti ancora primari.

Armando Siciliano Editore

Un libro che è un contenitore: ci sono tutti i tratti di un Catanese che “ci tiene”, tanti di quei vocaboli che mi dicono quando c’è nato a Catania, e che non vi ha solo abitato. E una serie di fuochi d’artificio che ricordano “la sera del 3” della festa di S. Agata.

La sensazione di una testa sempre in fermento, ingranaggi che ruotano senza sosta per spingere avanti le parole con cui descrivere in una sola storia: sentimenti, carattere, Sicilia e sicilianità, passioni che, solo chi ne è impastato, può identificare appieno.

Una ricerca accurata di intere combinazioni, e non di singole parole, per portarti dentro la storia. E ci stai. Abbastanza da riconoscere tutto di questa isola mentre ascolti una voce narrante forte e riflessiva. Che non si ferma a descrivere ma si immerge e ne esce zuppa.

Come a luglio, dopo un giro alla “Fera o Luni” sudato e con i sacchetti della spesa, imprecando per il forno crematorio che si è attivato in macchina, parcheggiata al sole. Il sole. In 142 pagine, c’è il sole.

Ci sono strade che mi ha fatto guardare attentamente perché di quell’arco o di quella statua non mi sono mai curata. E c’è la vita di un paio di persone, un mistero, forse due o tre.

A volerlo leggere in fretta si inciampa piacevolmente su pagine che non ti lasciano rialzare. Ti soffermi costretto di dover ragionare. Io che ai miei libri faccio le orecchie e sottolineo, ho sofferto a non poter accentare certe “canzoni” che sono il giusto suono per questa storia.

Storia che potrebbe essere la mia o del mio vicino di casa, tanto è vera, nera e profumata, la terra che si calpesta con le scarpe di Andrea, che vive la vita e la vive con poesia.

Cristina Schillaci (Associazione culturale ARTEA – Catania)

 

“Un coinvolgente Giallo immerso nella poesia”.

Così potrei definire in una sola frase l’ottimo romanzo, opera prima di Francesco Marchese: “Cianfrusaglie D’ Amore e D’Odio”.

Una trama sapientemente costruita che lentamente si sviluppa in un finale non prevedibile ma comunque plausibile, realistico e soprattutto “Umano”.

Una delle cose più belle della lettura è lasciarsi affascinare dal travaglio psicologico in cui precipita il protagonista.

Un protagonista che è un giovane ispettore di polizia marito e padre che si trova in vorticose e pericolose elucubrazioni alle quali pensava di non appartenere mai.

In bilico tra vittima e carnefice, tra legalità e illegalità. Trovo assolutamente deliziosi alcuni giochi di parole dove si descrivono chiare situazioni erotiche che premiano solo chi riesce a leggerle attraverso una criptata apparenza.

Il protagonista vive un travaglio così intenso e poetico, (l’autore ne è impregnato fino al midollo) che lo porterà in bilico ad un buio baratro dove si accorgerà dell’esistenza di una sola luce a cui mai prima aveva guardato con attenzione ma che lo salverà per sempre.

Accursio Sabella (Musicista e Critico musicale)

 Un giallo che leggi tutto d’un fiato e sin dalle prime pagine, ti prende e ti porta a vivere con i protagonisti le loro emozioni, e si rimane affascinati dal susseguirsi delle loro vicende, il finale lascia stupiti. Ci sono sentimenti forti, l’amore per la propria terra, per una donna, e quello sconfinato per figlio, che tutto mette in luce…e si il finale è veramente una sorpresa.

Giusy Frazzetto – Roma

 Storia dolente e tenera che scorre in modo avvincente. Il filo conduttore più dell’indagine è però il sentimento nelle sue varie accezioni: amore per le donne, il figlio, la sua terra e amicizia. Scrittura interessante perché molto personale.

Prof.ssa Raffaella Saccone – Roma


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