Due riflessioni su un testo che fa già discutere…
di iena sotto la curva marco benanti
È una prima volta assoluta, in Italia. Un capo ultras decide di raccontare dal di dentro il proprio mondo. E che a farlo sia il responsabile di una curva tra le più importanti d’Italia, la curva Nord del Catania, rende ancora più avvincente la storia.
Ci si potrebbe fermare qui, a queste considerazioni, per spiegare l’enorme attesa che sta accompagnando l’uscita di “Quando saremo tutti nella Nord” (edito dalla casa editrice toscana Eclettica), in programma a fine settembre, scritto dal giornalista e scrittore Luigi Pulvirenti – con due romanzi già alle spalle:”D’Estate i temporali” e “Dorival”, per la siciliana Euno edizioni – e da Michele Spampinato, leader di A Sostegno di una Fede, gruppo portante della curva Nord del Catania, sotto Daspo per i fatti di Bergamo del 2009. Rientrerà al Massimino il 29 marzo 2015.
Un interesse che, se nella nostra città sta assumendo i contorni di una vera e propria mania – la pagina facebook dedicata, in pochi giorni, ha registrato quasi 1500 contatti – sta crescendo anche negli organi d’informazione nazionali, che hanno cominciato a dedicare spazio a questa che è una operazione ambiziosa: raccontare senza ruffianerie e senza reticenze un mondo di cui si parla molto, sapendone molto poco. Probabilmente rimarrà deluso chi pensa di aver a che a fare con un romanzo sugli scontri o con un manuale d’istruzione per aspiranti ultras. “Quando saremo tutti nella Nord” non è niente di tutto questo. È sì, una storia cruda, ma non un’apologia della violenza o dello stile di vita ultras. Ne racconta piuttosto valori, principi – come quelli della lealtà e della fratellanza – amicizie ed inimicizie, impegno politico e sociale, il tutto illuminato dalla passione per un squadra di calcio che diventa stile di vita il cui obiettivo è, sostenendo il Catania, portare in alto l’identità cittadina. Anche con il ricorso alla violenza, nel confronto con le altre tifoserie: mezzo per affermare la supremazia della città. Che poi sia una mentalità condivisibile è un altro paio di maniche.
Il merito di questo libro e dei due autori è quello di aver preso una materia che scotta cercando di raccontarla scavando sotto la superficie. Ciò che ne è venuto fuori è un bella storia da raccontare: quella di Michele che, quando il Catania viene radiato, il 31 luglio 1993, è un ragazzo di 17 anni, ultras per vocazione, che fa già parte del direttivo della Falange D’Assalto. Appassionato di musica rock e di immersioni, insieme con gli amici del suo gruppo ha maturato una visione della curva e di come debba essere organizzato il tifo che, ben presto, lo porteranno alla scelta di staccarsi dal gruppo storico del tifo rossoazzurro per fondare i Decisi. Negli anni della difficile risalita del Catania dai dilettanti, il gruppo di Michele impone la propria mentalità diventando il catalizzatore del rinnovato entusiasmo della tifoseria rossoazzurra. Cori, coreografie, striscioni, organizzazione, presenza massiccia in trasferta, scontri violentissimi con le altre tifoserie e con la polizia, liti interne per il controllo della curva, la morte tragica di un membro del gruppo: tutte tappe di una epopea che, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000, porterà alla sua definitiva affermazione come capo di quella che, in tutti gli stadi e da tutte le tifoserie d’Italia, sarà conosciuta semplicemente come la curva Nord del Catania.
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